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Ad Astra: verso le stelle

Ad Astra è il finale di una frase latina («Per aspera ad astra»), che vuol dire “Attraverso le avversità, verso le stelle”.
La locuzione ricorda molto da vicino il capitolo finale dell’inarrivabile 2001: Odissea nello spazio, e cioè “Giove e oltre l’infinito”. Anche se nel film di James Gray (Civiltà Perduta, 2017, la recensione qui), la mèta è Nettuno l’argomento è  l’instancabile corsa del genere umano a voler andare sempre oltre.
Il sommo Vate, già secoli orsono scrisse: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza»(1).
E proprio quest’ultimo concetto affliggerà l’essere umano fino alla fine dei suoi giorni. Se arriveremo dove nessuno è mai giunto prima, dove non si può andare più in là, potremo allungare il braccio oltre? Il film realizzato anche con la collaborazione di tecnici e astronauti della Nasa -lo stesso Brad Pitt, protagonista e produttore, ha intervistato(2) di persona uno degli astronauti tutt’ora presenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, Nick Hague. I due hanno discusso, e in parte scherzato sull’assenza di gravità, ma anche sullo stress psicologico e fisico; aspetti chiave per la decifrazione del lavoro del regista statunitense. Infatti Roy McBride (B. Pitt), è introverso, a volte scollegato dalla realtà, introspettivo, riflessivo, quasi meditativo, soprattutto a causa della partenza del padre, il colonello Clifford McBride (Tommy L. Jones), pluridecorato, messo a capo, dallo United States Space Command(3), della missione LIMA, diretta verso Nettuno, alla ricerca di segnali di vita extraterrestre. Come succede nei film di fantascienza, soprattutto quelli speculativi, tipo 2001Interstellar e anche Solaris, qualcosa è andato storto: da anni non si hanno più notizie perché il padre di Roy, forse ancora vivo, ha iniziato a condurre esperimenti con l’antimateria. Risultato è il rilascio di una potente forza energetica, denominata “il Picco”, che attraversa tutto il sistema solare arrivando fino alla Terra in grado di provocare «una crisi di proporzioni sconosciute».
«Ci piace definire questo film il futuro della scienza, non fantascienza (omissis) ispirandoci a tutto ciò che oggi è presente nelle nostre vite» (4), è lo stesso J. Gray, che definisce in un’intervista così la sua opera, e chissà se veramente non ci sia un pericolo tutt’ora presente al limite del nostro sistema solare… Infatti la scienza ufficiale è «compartimentalizzata», in modo che seppur vicine due persone non sanno quello che sta facendo l’altro. Solo in questo modo possono essere salvaguardate le missioni Top Secret. Il comando spaziale così usa Roy, per stanare il padre, una missione quasi militare tipo «cerca e distruggi». Nell’ipotetico futuro del film l’uomo è diventato un «divoratore di mondi», la Luna è quasi completamente colonizzata (da non perdere la scena dell’inseguimento sulla superficie lunare con i rover), ci sono avamposti su Marte, altre basi sparse nel sistema solare, fino a Nettuno. Stavolta, però la Mission to Neptun, non sarà di salvataggio come nel film di Brian de Palma.
Ma il viaggio fino quasi ai limiti dell’eliosfera è lungo, e gli altri componenti muoiono uno ad uno, come se il padre uccidesse anche a distanza, alcuni uccisi anche da un babbuino cavia, in una scena che strizza l’occhio ad Alien (Il mostro dell’astronave), il recente Life e difatti il termine LIMA, nell’alfabeto fonetico, indica la “effe” come life.
Così Roy resta solo con sè stesso e paradossalmente sente il padre ancor più vicino sebbene siano a miliardi di miglia di distanza. Il film, seppur con enormi difficoltà da parte del protagonista arriva con una certa linearità fino alle sequenze finali dove sono racchiusi i concetti più interessanti e che giustificano il lavoro degli autori e la stimolazione, con scene spettacolari e a effetto sia dal punto di vista visivo che acustico, dello spettatore ansioso di arrivare all’atto finale.
Roy ritrova il padre nell’astronave (forse è lui il vero mostro), dove sono tutti morti e dove questi giocava a fare Dio: «Non mi è mai importato nulla di voi, di tua madre, di te, delle vostre piccole idee». Ora sono faccia a faccia, padre e figlio, una lacrima scende sul viso di Roy, che finalmente si può liberare dalla forma di ossessione, di rabbia, forse delusione, per essere stato abbandonato da bambino: «I figli pagano sempre per le colpe dei genitori». Nel tentativo di riportarlo indietro è però il padre che recide volontariamente il cordone ombelicale, che stacca la cima che li teneva uniti e Roy, è costretto, impotente, ad osservare il padre, che si allontana nell’abisso dell’infinito, e che finalmente anche se per pochi minuti esce a riveder le stelle.
La domanda: se gli esperimenti con l’antimateria creavano picchi di energia catastrofici, quando l’astronave esplode, l’antimateria viene a contatto con la materia, questo dovrebbe essere ancor più distruttivo. Potrebbe creare anche una singolarità, un buco nero, in grado di inghiottire tutto il nostro sistema solare?
La morale, nascosta, tra i pianeti e i due anelli di Nettuno: «A volte la volontà dell’uomo deve superare l’impossibile per cercare quello che la scienza ritenga non esista» e finalmente potremo dare risposta, riportata su un poster dentro la nave, alla domanda che ci è tanto cara: «Is there anyone out there? Yes, yes, yes?».

 

Nota dell’autore: le citazioni, dove non specificato, sono tratte dal film.

Note:
1. Divina Commedia, Inferno, canto XXVI, v.119.
2. https://www.youtube.com/watch?time_continue=237&v=Q8LYn1KtfOA
3. Originariamente creato nel 1985 per coordinare l’uso dello spazio esterne da parte delle forze armate degli USA (Wikipedia).
4.https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-il-regista-james-gray-ci-parla-delle-sfide-affrontate-da-lui-e/n94713/

Fonti:
https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/ad-astra-in-cerca-di-una-nuova-mascolinita-brad-pitt-protagonista-a-venezia/n93891/
https://www.fantascienza.com/25101/ad-astra-da-oggi-nei-cinema
https://www.fantascienza.com/25098/verso-le-stelle-con-l-astronauta-brad-pitt
https://www.fantascienza.com/25090/ad-astra-il-regista-james-gray-mi-sono-ispirato-ad-arthur-c-clarke-ed-enrico-fermi
https://www.filmtv.it/film/158291/ad-astra/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-e-il-terrore-che-viene-dallo-spazio-profondo/n95008/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-e-il-desiderio-di-non-essere-soli-ce-ne-parla-liv-tyler/n95002/
https://www.mymovies.it/film/2019/ad-astra/#recensione
https://www.altrimondi.org/riflessioni-biennale-cinema-2/
https://www.mymovies.it/film/2019/ad-astra/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-brad-pitt-intervista-il-vero-astronauta-nick-hague-nella-stazione/n94610/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-tra-scienza-e-fantascienza/n94805/
https://www.comingsoon.it/cinema/news/ad-astra-un-emozionante-inseguimento-in-viaggio-sulla-luna/n94924/
https://www.comingsoon.it/film/ad-astra/54954/recensione/
https://www.filmtv.it/film/158291/ad-astra/

credit: Nasa

UFO: non di questo mondo

È disponibile da ora, una nuova puntata da me scritta per il canale You Tube Misteri Channel Show, ottimamente gestito dall’amico Dario Sanfilippo.
Negli ultimi giorni c’è stata una sorta di apertura nei confronti della questione UFO, da parte di diversi governi: Stati Uniti (e non poteva essere altrimenti), Francia, Russia, e addirittura una certa allusione da parte di Papa Francesco.
La foto che vedete a sinistra è tratta, per entrare nell’argomento, dal profilo Twitter del Presidente francese Emmanuel Macron.
L’intento è chiaro, ma consiglio di vedere la puntata, perché i risvolti ai quali siamo giunti (gran parte della comunità ufologica) sono quanto meno allarmanti.
Buona visione (qui).

Italian Experiment

Un paio d’anni fa, ai tempi dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, era già in atto, una sorta di confusione generale, d’instabilità, che toccava diversi aspetti legati principalmente alle stesse istituzioni. Non era, e non è, esente l’Europa, appunto come organo sovrannazionale. L’allora Ministro del Tesoro Padoan sentenziò che il problema dell’Europa è l’Europa (?), concettò alquanto criptico che può significare tutto o niente, tant’è che l’amico Massimo Mazzucco, serio ricercatore, in un articolo (v. fonti) ironizzò, “l’aforisma”, con la frase: «Come se stesse parlando di una squadra di calcio che non vuole retrocedere in serie B»! L’esclamazione è mia.
In Italia si sa, il calcio muove, oltre alla passione, un giro d’affari milionario ed è anche «l’ultima manifestazione (omissis) della politica inconscia»(1). In TV è la passione numero uno, insieme ai reality: sono varie le “tentazioni” (anche culinarie), dove dovrebbero essere tutti Amici, ma in realtà, Grande Fratello (leggi Grande Fardello) compreso, lì si sprigiona tutt’altro che amicizia, tanto per usare un eufemismo.
La mai tramontata espressione panem et circenses è quanto mai attuale per tenere buono il popolo, il grande Totò avrebbe detto: «qua si mangia pane e veleno» (Miseria e Nobiltà, M. Mattoli, 1954) e se non ci sono “pane e giochi”, il divide et impera, è sempre dietro l’angolo.
Prima di addentrarci più nel merito della questione, è necessario evidenziare che: «Lo strumento fondamentale della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole» così sentenziava Philip K. Dick, uno dei più famosi scrittori di fantascienza, ma qui di science fiction ce ne veramente poca, se guardiamo da un’altra prospettiva. Una sorta di schiavismo portato avanti ancor più in modo capillare con l’avvento della Tv, «cattiva maestra»(2), digitale.
Vi ricordate «la premura che hanno avuto anche in Italia, nel far sì che in un arco di tempo breve il segnale digitale raggiungesse ogni regione dello stivale?». Se lo chiese G. Lannes, in un articolo dove sostenne che il “Sistema di Gamma Acustica Silenziosa”, agisce a livello subliminale ed emette «delle onde a frequenze molto alte e potenti (UHF), inserendo dei messaggi direttamente nel subconscio umano»! Anche qui l’esclamazione è mia. Sviluppato dall’onnipresente Dipartimento della Difesa Usa, testato durante la Guerra del Golfo (1991) sull’esercito di Saddam Hussein, l’esercito sanguinario che si arrese come un agnellino, amplificato con l’uso del sistema HAARP (ne discuto spesso), mira ad ottenere «il graduale e totale controllo della popolazione occidentale, ed infine mondiale».
Guerra e HAARP (leggi controllo del clima e guerre climatologiche) è un altro binomio che sta andando alla grande: davvero credete che i soldati vanno in «missione di pace», armati di tutto punto con tecnologie all’avanguardia, e non più in «missioni di guerra?». Con le loro armi intelligenti, tanto che si fermano a mezz’aria e chiedono prima di esplodere? Davvero credete che le catastrofi ambientali, gli sconvolgimenti climatici sono solo frutto del riscaldamento e del degrado idrogeologico? O ci sono di mezzo le solite connivenze, lo zampino di HAARP e delle scie chimiche, fenomeno al quale è collegato e di cui NON se ne può parlare?
Italia terra d’esperimenti? Si, e non finisce qui, fermo restando l’assurda e disumana, perché nasconde interessi anche qui sovrannazionali, gestione e questione migranti. Si muovono popoli, persone come pacchi, senza che nessuno ci guadagni? Inoltre visto che la maggior parte arrivano dalla Libia, nessuno si è chiesto perché quando c’era Gheddafi, questo non succedeva in modo così frequente? Il risultato è che ci spingono ad odiare l’estraneo, l’alieno.
I nostri politici pensano solo di scegliere la poltrona più comoda, e ora anche il Conte-bis, sembra di tornare bambini quando per poche Lire scartavamo le gomme da masticare per scoprire se ne avessimo vinto un’altra, ma inesorabilmente usciva la scritta: «Ritenta. E sarai più fortunato», ma forse è meglio così visto quello che successe alle elezioni dopo la Seconda Guerra Mondiale (JFK, O. Stone, 1991).
Secondo me, stanno mantenendo la popolazione italica in un perenne stato di tensione, per sperimentare la reazione quando si è costretti ad affrontare situazioni al limite della sopportazione. Dove non esistono più «i valori, ma il valore» (John Q, N. Cassavetes, 2002), persino quello dei rifiuti, discariche sopra e sotto terra, veleno che aumenta vertiginosamente e che può arrivare a soffocarci. La somministrazione di farmaci non sufficientemente testati o non testati del tutto(3), tacendo della scottante questione dei vaccini. Tutti a preoccuparsi di trovare una soluzione, non riuscendoci, fanno appello alla “fuga dei cervelli”, ma tenendo presente il concetto di causa-effetto, sbriciolato negli anni dai Media asserviti al potere, i nostri leader, certo non possono, loro, preoccuparsi della «permanenza degli incapaci». E la maggior parte di noi, addormentata, è come se fosse quasi a bocca aperta, aspettando le famose (Fake) News come se Piovono Polpette, (film d’animazione, Sony Pictures, 2009), fino a farci credere che «più sudi, più sai di fresco!». Stavolta l’esclamazione non è mia.
Chiamatemi pure cospirazionista, ma se c’è fra di voi qualche negazionista, tenga presente, come ho già espresso, che: «Recenti studi stabiliscono che i gonzi sono coloro che sostengono le menzognere versioni ufficiali, non i cosiddetti teorici della cospirazione»(4).

Note:
1. https://www.rivistacontrasti.it/perche-il-calcio-non-e-solo-uno-sportc/
2. Cattiva maestra televisione, Karl R. Popper, Donzelli Editore, Roma, 1996
3 .http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_65plus/medicina/2018/11/30/allarme-geriatri-anziani-curati-con-farmaci-non-testati-su-di-loro_cc1dd434-b028-4b70-8088-a0e1577610b0.html
4. http://www.tankerenemy.com/2013/08/recenti-studi-stabiliscono-che-i-gonzi.html#.XXpr3i1aaRv

Fonti:
https://luogocomune.net/16-geopolitica/4581-il-nuovo-disordine-mondiale

credit: elaborazione grafica di giuseppe nardoianni

 

 

 

Luna severa maestra

È in rete, la puntata dal titolo Luna Severa Maestra che ho scritto in collaborazione con Dario Sanfilippo, curatore del canale youtube: Misteri Channel Show. La puntata risulta un po’ più lunga delle altre, in quanto il materiale a disposizione è molto vasto.
Inoltre facilmente, se non si è avvezzi, a certi argomenti, si rischia di perdersi nei meandri della rete e uscirne con le idee ancora più confuse. È chiaro che la verità, semmai esista, è di pochissimi eletti. Molti sosterranno che sono solo le solite teorie complottiste, ma a veder bene alcune di queste, se non tutte, sono confermate da foto e da documenti top secret. Buona visione.

Il “gioco” degli Illuminati

Dimenticatevi il “Monopoli” in tutte le sue varianti (e già qui ci sarebbe molto da dire: lo scopo è l’acquisto e la vendita di beni immobili con finta valuta), dimenticatevi anche il “Risiko”, che comunque è un gioco di guerra e dimenticatevi anche i giochi di ruolo tipo “Dungeons & Dragons” e tutti quelli basati sulle carte.
Il “gioco” in questione è sì un gioco da tavolo di carte, ma dal nome altisonante: “Le carte degli Illuminati” e con tutti i loro segreti. Ma chi sono gli illuminati, di cui si sente spesso parlare?
Gli Illuminati sono stati una società segreta nata in Baviera nel XVIII secolo. Vengono spesso menzionati «nell’ambito delle teorie del complotto per indicare presunti gruppi di potere e di pressione che eserciterebbero segretamente o, secondo altre versioni, aspirerebbero al dominio del mondo mediante l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale» (Wikipedia). Ed è appunto questo lo scopo del gioco, arrivare al dominio del mondo, attraverso mezzi molto discutibili, anzi addirittura inquietanti. Nel filmato, che troverete a questo link (dura solo pochi minuti; vi consiglio assolutamente di vederlo), vengono spiegate alcune di queste carte: l’immancabile 11 settembre, il controllo del clima e le guerre meteorologiche, la catastrofe di Fukushima, imposizione della legge marziale, carte raffiguranti la fine del mondo dovuta ad un impatto meteorico e la venuta di un nuovo Messia(1) e per finire gli alieni in combutta con il potere fin dai tempi del famoso “patto scellerato”.
Quindi vi invito ancora una volta a guardare la breve clip YT e fare attenzione ai secondi finali: c’è una piccola sorpresa. Certo per molti saranno solo coincidenze o sicuramente ci sarà qualcuno che si definirà scettico, soprattutto quando si parla di ipotesi di complotto: «Recenti studi di psicologi e sociologi negli Stati Uniti e nel Regno Unito suggeriscono che, contrariamente agli stereotipi dei media tradizionali, quelli etichettati come “teorici della cospirazione”, sono più razionali di coloro che accettano aprioristicamente la versione ufficiale dei fatti contestati. Inoltre, lo studio ha appurato che i cosiddetti “cospirazionisti” discutono il contesto storico (ad esempio, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy come un precedente per il 9/11) più dei negazionisti»(2).

Note:
1.Nel film Deep Impact, in cui la Terra e tutta l’umanità sono a rischio di un catastrofico impatto meteorico, l’astronave che imbarca testate nucleari, per cercare di far esplodere il meteorite (grande quanto il monte Everest), si chiama: Il Messiah!
2.http://www.tankerenemy.com/2013/08/recenti-studi-stabiliscono-che-i-gonzi.html#.XQn6US1aaRu

Il Cibo dell’Apocalisse

Dopo aver letto uno studio molto autorevole dal titolo: Il cibo dell’Apocalisse: narrati gastronomici e modelli d’umanità, redatto dall’esimio prof. Fontefrancesco, dell’Università di Scienze Gastronomiche (Bra, CN), gli ho spedito le mie impressioni ed opinioni. Il professore mi ha fatto cosa molto gradita rispondendo; non credevo che, visti i suoi impegni, non solo avrebbe risposto, ma che lo avrebbe fatto in così poco tempo.
Quindi dopo aver avuto il suo consenso, dopo il testo della mia mail, pubblico di seguito, la sua risposta.

Egregio prof. Fontefrancesco,

Sono un appassionato di cinema, in particolare di cinema di fantascienza, di conseguenza ho molto apprezzato il breve saggio di cui in oggetto. Condivido in pieno la sua analisi che sicuramente è il normale (per lei) sviluppo del proprio lavoro di studio (io non sono laureato). I film da lei citati nel testo in oggetto, logicamente riflettono il preciso intento che lei si era prefissato, ma credo che l’elenco sarebbe potuto essere integrato, ma non so se lei ha dovuto ridurne la lunghezza, con il film 2022: I sopravvissuti.
Il film è del 1973, per la regia di R. Fleisher, con protagonista C. Heston, che in quegli anni si prestò diverse volte ad interpretare film di Science Fiction. Personalmente lo considero uno dei migliori film di SF, di sempre. Il film, che è tratto dal racconto di H. Harrison Largo! Largo!, sposa in pieno le teorie malthusiane, ma soprattutto il far fronte alla carenza di cibo, di un’umanità regredita, sovrappopolata e dalle atmosfere a forte tinte fosche. Il sistema, quasi orwelliano nutre la popolazione con delle gallette energetiche di tre colori, in base al loro apporto nutritivo: giallo (basso), arancio (?, medio) e verde, le più energetiche, chiamate Soylent Green che è anche il titolo originale della pellicola. Le gallette, come il sistema faceva credere alla popolazione mondiale erano ottenute dal Plancton Marino, senza far trapelare il fatto che questo si era da tempo esaurito. Quindi come venivano prodotte le gallette? La risposta è facilmente intuibile, il sistema marcio, prendeva i classici due piccioni con una fava: da un lato nutriva la popolazione, ma dall’altro smaltiva i cadaveri… Si parla di fantascienza, ma l’ipotesi non è tanto peregrina visto quello che ci fanno mangiare (soprattutto la generazione che ha vissuto Chernobyl) e, non è detto, che si possa veramente verificare in futuro. Se vogliamo il cosiddetto morbo della “Mucca Pazza” è venuto fuori perchè alle mucche davano da mangiare altre… mucche!

Grazie per l’attenzione, cordiali saluti
Giuseppe

Buonasera Giuseppe,

la ringrazio per l’email e della sua segnalazione e riflessione.
Largo! Largo! l’ho letto qualche anno fa nella sua ripubblicazione nella collezione Urania. Ne ho ben presente tinte e tematiche che sicuramente anticipano le retoriche e gli immaginari del presente. Il fumetto Snowpiercer è di poco successivo, in effetti, segno di una storia culturale di più lungo periodo che ci porta dagli orizzonti apocalittici degli anni caldi della guerra fredda al presente.
Purtroppo i saggi hanno una lunghezza più o meno standard, per cui ci si deve focalizzare su alcuni elementi. Il mio tentativo è stato di focalizzarmi sul recente passato guardando solo all’ultimo capitolo di una storia che, concordo con lei, sarebbe da estendere tratteggiando un secolo di immaginari gastro-apocalittici che dalla fine dell’ottocento (Time Machine) ci porta al presente. 

Ancora grazie,
Michele

Michele F. Fontefrancesco, Ph.D, AFHEA

Assistant Professor of Anthropology
University of Gastronomic Sciences,
Via Amedeo di Savoia, 8, Fraz. Pollenzo
12042 Bra (Cn) – Italy

Honorary Research Fellow
Durham University
Department of Anthropology
Dawson Building,
South Road,
Durham, DH1 3LE

L’Angelo del Male

Brightburn, un’anonima cittadina nell’America rurale del Midwest, quasi alla periferia del mondo. Molto simile a Smallville, la patria di Superman -perché è di questo che parla il film di D. Yarovesky, un infante caduto dallo spazio in una navicella nei pressi della fattoria dei coniugi Breyer, che adottano il piccolo e lo crescono come se fosse loro, ritenendolo un dono del cielo. Dodici anni dopo il ragazzo è cresciuto pressoché come un qualsiasi coetaneo, anche se introverso, solitario, sempre intento a scarabocchiare un suo personale diario e in particolare un simbolo, preso di mira da suoi compagni di classe che quasi lo bullizzano. Per caso scopre i suoi poteri che sembrano scatenarsi quando la sua rabbia prende il sopravvento. All’inizio appaiono solo le reazioni di un adolescente nell’età difficile della pubertà, ma come succede spesso le paure dei genitori e di chi gli è vicino diventano reali. Nella prova di fiducia nell’ora di ginnastica cade battendo la testa e quando la compagna di classe le tende la mano per aiutarlo ad alzarsi lui gliela spezza. Infatti Brandon, interpretato da Jackson A. Dunn – l’Angelo del Male, il cui ruolo gli calza a pennello, è forte come Hulk, veloce come Flash, in grado di volare come Superman, ma con la luce negli occhi che è quella dei bambini de Il villaggio dei dannati (W. Rilla, 1960), uno dei classici della FS e la malvagità che è la somma di tutti i cattivi antagonisti dei supereroi. Qualcuno starà pensando che è una storia già vista e con il finale scontato. Non è così, non proprio. Se l’idea potrebbe essere non nuova -non è che ci voglia tanto poi a ideare un supereroe negativo, ma qui entrano in gioco prima la bravura del regista che usa la telecamera con uno stile molto personale: scene riprese da particolari angolature, immagini (poche) simmetriche che nei momenti di tensione aumentano la stessa e il senso di claustrofobia che assale chi si sente come costretto in un angolo, infine il magistrale uso degli effetti speciali ad aumentare l’horror di cui il film è pieno, con scene che rasentano lo splatter. Quando il ragazzo capisce l’eccezionale portata delle sue capacità, man mano riesce a controllarle, scatenandosi solo all’occorrenza e, di fatti, le uccisioni aumentano senza che nessuno possa fermarlo. La sua consapevolezza si intuisce quando di notte entra nella stanza della ragazza alla quale ha rotto la mano, portandogli dei fiori -e non è un gesto semplice perché il senso della visita, secondo me è questo: io ho poteri straordinari, posso conquistare il mondo, tu sei vuoi potresti essere la mia donna. Come ogni supereroe ha il suo costume, anche se fatto in casa, non tute attillate e super performanti alla Batman o suite alla Ironman, nessun giocattolo tecnologico, nessun casco, ma un passamontagna tenuto insieme con i lacci delle scarpe allucinante come la maschera da hockey di Jason il protagonista della saga di Venerdì 13, un pezzo di stoffa rossa come mantello e le T-Shirt quasi simili a quelle di Freddy Krueger, il protagonista dell’altra saga horror Nightmare. Nell’apoteosi finale, sostenuta da un’ottima colonna sonora che ricorda quasi l’ossessività de Lo squalo (che fu realizzata con il martellante uso di sole due note), l’immaginazione degli autori tocca punte elevatissime in particolare nelle scene del volo di Brandon, si ha quasi la sensazione di essere al suo posto…
E la resa dei conti, con la madre, arriva peggio del peggiore degli uragani. Con la casa distrutta, la mamma ha un’intuizione, proprio come Superman anche Brandon ha la sua kryptonite: una scheggia di metallo della navicella spaziale con il quale è giunto sulla Terra. I due si abbracciano, si stringono, il ragazzo dice che in realtà «vorrebbe far del bene» e gli si può anche credere. La mamma risponde dicendogli che lo amerà per sempre, poi alza la mano brandendo il pezzo di metallo nel tentativo di conficcarglielo nella schiena, ma senza risultato, fermata un attimo prima dal figlio. Cosa possiamo desumere dall’intensità di questi pochi, cruciali, fotogrammi? Che forse la filosofia orientale è la più vicina alla realtà: l’abbraccio sta ad indicare loYin (nero) e lo Yang (bianco), entrambi racchiusi nel cerchio che simboleggia l’universo duale, senza sfumature, senza gradazioni di grigio, ma con un cerchio più piccolo, bianco nella parte nera e un altro nero nella parte bianca, ad indicare che nessuno è totalmente buono (la madre) e nessuno è totalmente cattivo (Brandon). Prima dei titoli di coda, accompagnati da un altro pezzo da brividi, scorrono le immagini delle Breaking News da Brightburn, che parlano di avvistamenti di un’entità volante, cadute di palazzi, distruzioni ovunque e con lo studioso controcorrente che sentenzia: «i media tradizionali vi propinano sempre le solite stronzate».

Credits: in foto, elaborazione grafica di giuseppe nardoianni

Il martello, lo scudo e la pietra

Mentre al cinema imperversano gli Avengers, arrivati alla fine dei giochi (Avengers: Endgames, A. & J. Russo, 2019) che a sorpresa ha scalzato l’inaffondabile Titanic dalla seconda posizione dei film più visti nella storia del cinema, secondo quindi solo ad Avatar (di cui spero di parlarne al più presto) mi accingo a redigere il post che segue. Scrivere dei supereroi non è semplice, l’argomento è vasto, i personaggi sono molti e con diverse sfumature (infatti proprio ora nelle sale c’è il film L’Angelo del male -Brightburn, (D. Yarovesky, 2019) con protagonista un ragazzino, misteriosamente arrivato dallo spazio e che crescendo rivela poteri terribili.
Inoltre non sono un vero appassionato, sono convinto che i cosiddetti eroi in maschera e calzamaglia, per certi versi, siano improponibili al cinema, anche se negli ultimi anni, sono stati prodotti e realizzati, veri blockbuster, in particolare dalla Marvel, acerrima concorrente della DC Comics, e nello specifico le saghe degli X-Men, e degli Avengers.
È proprio di due di questi vorremmo parlare: Capitan America e Thor, ma con un occhio di riguardo alle loro particolari “armi”, in parallelo con un altro argomento: la costruzione delle piramidi, da sempre una spina nel fianco per la scienza ufficiale.
In parecchi ora si staranno chiedendo come si possono unire due argomenti così apparentemente lontani tra di loro. Qualche riga sulla storia dei due super eroi: Thor e Capitan America.

Il Dio Thor, il figlio del Dio Supremo Odino, della mitologia norrena, era considerato, il protettore dell’umanità e brandisce la più stupefacente è straordinaria arma, il magico martello Mjollnir, che simbolicamente rappresentava il fulmine (Wikipedia). Il personaggio (immaginario?) dei fumetti Marvel fu creato da Stan Lee e Jack Kirby, e fece la sua comparsa sugli albi, nel 1962.
Capitan America, invece fu creato nel 1941, sempre da Jack Kirby con Joe Simon, rappresentava «un’America libera e democratica che si opponeva a una Germania Nazista, antidemocratica, imperialista e bellicosa»(Wikipedia).
Il personaggio è il risultato di un esperimento genetico: dopo l’iniezione del siero del super soldato (che tra l’altro è uno degli argomenti must della serie X-Files), il suo corpo si trasforma, da gracile cresce in altezza e muscoli e con il cervello potenziato tanto da farlo diventare un uomo perfetto (Wikipedia).
E proprio in una puntata della serie X-Files, dal titolo Triangolo (6×03), il protagonista Fox Mulder si trova coinvolto in un loop temporale: ripescato su una nave inglese, scomparsa misteriosamente nei primi anni ‘30 nel Triangolo delle Bermude, per fa sì che le sorti della guerra non si capovolgano deve salvare il “martello di Thor”, che non è un’arma, nell’episodio, ma un uomo. Come funzionano nello specifico le due armi qui in oggetto? Sia il martello di Thor che lo scudo di Capitan America sono molto potenti, indistruttibili, resistenti, velocissimi e, come un boomerang in grado di tornare nelle mani dei loro abili detentori.
Logicamente essendo Thor un alieno, anche la sua arma è di fatto, un’arma aliena, costruita pare con un metallo inesistente sulla Terra, risulta talmente pesante che solo il figlio di Odino può sollevarlo. E qui ci sono le prime considerazioni: nessuno degli altri Avengers riesce a sollevarlo, ma nel secondo film (Age of Ultron, J. Whedon, 2015), se ne sta comodamente appoggiato su un tavolino di vetro!
Più precisamente nel film Thor (K. Branagh, 2011), viene ritrovato in una zona desertica, in un sito grosso quasi come un cratere: come ha fatto a fermarsi solo a quella profondità e non è sprofondato visto che nessun materiale, nessun minerale, roccia o altro possono farlo?
Allo stesso modo lo scudo di Capitan America, costruito con una lega contenente un rarissimo minerale, il Vibranio, può anch’egli resistere a tutto, le pallottole gli fanno un baffo, lamiere di auto squarciate, può reggere ad ogni urto di qualsiasi mezzo, esplosioni, ecc. In poche parole superano, e di gran lunga, le leggi della fisica da noi conosciute.
Ma neanche il martello di Thor può nulla contro lo scudo di Capitan America? Ebbene la risposta è No! Lo scudo risulta in grado di fermare il martello del figlio di Odino! Anzi le due armi possono essere usate in sinergia. E qui cominciamo ad entrare più nel merito della questione. Quando lottano insieme, se i nemici sono troppi da affrontarli uno ad uno, Capitan America mette un ginocchio a terra, si copre con lo scudo, mentre il “Dio” Thor, in elevazione, colpisce violentemente lo scudo con il martello.
E cosa succede? Succede che si forma un’onda sonica. L’energia sprigionata è talmente potente da scagliare tutti a terra, macchine spazzate via, alberi abbattuti, in pratica ogni volta una piccola Tunguska.
Per ciò che concerne la piramide di Cheope, essa è l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino a noi, in grado, ancora oggi, come accennato, di imbarazzare la scienza accademica e la teoria secondo la quale essa venne costruita(?), in vent’anni, con lo sforzo di migliaia di operai (non schiavi), poco alla volta, blocco di pietra su blocco di pietra, a spinta, fu realizzata un’opera che sfida quasi le leggi della natura e dell’uomo.
Partiamo da alcuni dati: attribuita al faraone omonimo che regnò nella IV dinastia, è lì immobile da oltre 4000 anni, l’altezza originale era poco meno di 150 mt. con i lati alla base di circa 230 mt. Occupa un volume di oltre 2 milioni e 600 mila metri cubi, pesa circa 7 milioni di tonnellate, i blocchi di calcare con i quali è stato innalzato il monumento sono circa 2,3 milioni! Per fare un rapido esempio il Colosseo era alto poco più di 50 metri, per 0,25 milioni di tonnellate di peso, e occupa un volume di soli 100 mila metri cubici (Extremamente).
La piramide poggia su uno sperone della piana di Giza, costituito da roccia calcarea, il sito venne scelto perché la base rocciosa dava solide garanzie per la struttura che cosi non sarebbe sprofondata, diversi storici hanno lasciato alcune testimonianze, la più interessante è quella di Diodoro Siculo che visitò l’Egitto nel 60 a.C. espresse la sua meraviglia perché la piramide «sembra essere collocata in quel luogo, in mezzo alla sabbia, dalla mano di un Dio» (Wikipedia).

Prove strumentali

Nelle costruzioni moderne, è lapalissiano che ogni costruzione o immobile ha bisogno delle fondamenta: dalle classiche villette all’americana a due piani fino agli altissimi grattacieli, se non si è sicuri del terreno solido sotto i piedi non si può costruire e di fatti quando esso non offre sufficienti garanzie, si costruiscono pali o pilastri in grado di raggiungere la roccia sottostante o in estrema soluzione, si è costretti a cambiare sito.
È tutto questo accade logicamente dopo aver fatto diverse prove strumentali(1), ma per le piramidi è bastata solo la conoscenza del luogo per identificare il sito. Ma come facevano gli egiziani, ad essere totalmente sicuri, senza l’uso di nessun strumento? Visto che stiamo parlando di supereroi qualche loro architetto forse aveva la vista a raggi X come Superman, per sbirciare giù in profondità? Oppure… Oppure come i revisionisti sostengono da anni, fu usata una tecnologia che è stata dimenticata o addirittura ancora oggi sconosciuta all’uomo.
Quale potrebbe essere tale magia? Nel primo Thor è proprio egli a dire alla scienziata: «I vostri avi la chiamavano magia, voi la chiamate scienza, io vengo da un luogo in cui sono un’unica cosa». Ebbene nel finale di X-Men -Giorni di un futuro passato (B. Singer, 2014), dopo i titoli di coda c’è una breve clip, una sorta di incipit per il capitolo successivo, in cui si vede il faraone, il primo X-Men che la storia ricordi, che come un mago, ma forse con l’ausilio dell’energia sonica che ad altissime frequenze potrebbe vincere la forza di gravità, assembla velocemente e senza alcuna fatica, la piramide. Un antico proverbio arabo dice: «L’uomo ha paura del tempo, ma il tempo ha paura delle piramidi».
E secondo me fa bene perché un giorno la verità verrà a galla, e sarà una verità sconvolgente.

Nota:
Le analisi fisico meccaniche dei terreni di fondazione servono per stabilire le condizioni specifiche del terreno su cui saranno poggiate le strutture di fondazione, e delle conseguenti sollecitazioni poste in risposta ai carichi trasmessi dal fabbricato. I valori sono indispensabili per una corretta fase progettuale e per la verifica di stabilità delle fronti di scavo.
https://www.lavorincasa.it/diagnosi-su-terreni-di-fondazione-e-strutture-edilizie/

credits:
https://www.marvel.com/movies/the-avengers
https://www.youtube.com/watch?v=yRDGx76tZWM
https://www.termometropolitico.it/1284614_thor-cast-trama-e-curiosita.html
https://www.mondofox.it/2018/11/30/giorni-chris-evans-panni-capitan-america-non-finiti/
https://www.lavorincasa.it/diagnosi-su-terreni-di-fondazione-e-strutture-edilizie/

Notre-Dame, un’anima di fuoco

1. Il rosone dall’interno della cattedrale

Mentre inizio a scrivere, sta andando in onda il servizio de “Le Iene”, l’arcinota trasmissione televisiva che ipotizza complotti, attacchi terroristici da parte dell’Islam, con addirittura, l’immagine, in una clip, di un possibile attentatore musulmano che, nel classico costume, si aggira tra le pareti e il fumo della cattedrale. Lunedì invece, già a poche ore dall’incendio, sprigionatosi quasi all’ora vespertina, nell’edizione straordinaria del Tg1, si accennava alle prime reazioni del mondo arabo: «un colpo al cuore dei crociati» e, con gli integralisti che «esultavano» alla notizia. Fin ora tutto in linea con quello che negli ultimi anni sta diventando quasi un copione studiato, com’ è studiato tutto ciò che è successo lunedì, a Parigi, nella cattedrale di Notre Dame. Il presidente Conte, sempre nello speciale del tg1, sentenzia: «un duro colpo per tutta la civiltà occidentale» (e neanche lui sa quanto ci è andato vicino, nda).
Macron, subito recatosi sul posto, cancellando il discorso sulle proteste dei gilet gialli, altro possibile intento per distogliere l’attenzione dei francesi (Le Iene), auspica: «la ricostruiremo insieme». Non sarà facile.
Da contraltare infatti, la corrispondente da Parigi, Iman Sabbah nota: «La settimana della Passione è iniziata più presto per i francesi». Inoltre c’è chi fa notare che la cattedrale, il secondo monumento più visitato di Parigi, dopo la Tour Eiffel, e prima del Louvre, ha il tetto costruito con travi di quercia nel 12° secolo, talmente intricato da essere soprannominato “la foresta”. Mons. Paglia definisce la stessa: «Cattedrale madre», con, nel servizio, «un’anima di fuoco».
Costruita a partire dal 1163, con la prima pietra posata addirittura da Carlo Magno, la cattedrale, Patrimonio dell’Umanità, è stata diretta protagonista di tutta la storia francese ed europea. Il matrimonio di Maria Stuarda, il processo di riabilitazione di Giovanna D’Arco, l’auto incoronazione di Napoleone, distrutta e ricostruita dopo la rivoluzione francese, qualche secolo dopo sopravvissuta alla furia dei nazisti nella seconda guerra mondiale. Degna custode, secondo la tradizione, della corona di spine che i romani conficcarono nel capo del Cristo, di un pezzo della Sua Croce e perfino di un chiodo, miracolosamente messi in salvo dai pompieri e che saranno esposti al Louvre; mentre nei giorni scorsi, sono state rimosse tredici statue in bronzo e portate a restauro: Cristo più i 12 apostoli. Immortalata, dalla letteratura con il famoso romanzo di V. Hugo, dove in un passo si fa riferimento a “fiamme”, sotto la cupola balaustrata, e più volte dal cinema nelle varie trasposizioni; persino citata in una quartina di Nostradamus che, come in altri casi, sembra averci visto giusto, la cattedrale di Notre-Dame (Nostra Signora) è uno dei massimi esempi in stile gotico (come il duomo di Milano).
Lo stile gotico è famoso non solo per le sue linee contorte, per le guglie, le statue allegoriche e dal ghigno mostruoso, i gargoyles, ma per il fatto di essere un libro aperto per chi è iniziato all’alchimia e soprattutto all’esoterismo.

2. La Dama Alchemica

E una delle prime raffigurazioni importanti è la statua posta di fronte al Sagrato la “Dama Alchemica”; scrive Fulcanelli(1): «Seduta in trono, ella ha nella mano sinistra uno scettro, segno di sovranità, mentre con la destra tiene due libri, uno chiuso (esoterismo) e l’altro aperto (essoterismo). Mantenuta tra le sue ginocchia e poggiata sul suo petto si eleva la scala dai nove gradini, la scala philosophorum, geroglifico della pazienza che deve essere posseduta dai suoi fedeli nel corso delle nove successive operazioni della fatica ermetica. (omissis) Così la cattedrale ci appare basata sulla Scienza Alchemica, investigatrice delle trasformazioni della sostanza originale, della Materia elementare (Materia dal latino Mater, n.d.r.). Perché la Vergine-Madre, spogliata del suo velo simbolico, non è altro che la personificazione della Sostanza Primitiva, di cui si è servito, per realizzare i suoi fini, il Principio creatore di tutto ciò che esiste»(2).
Il principio creatore, creatore del cosmo e quindi trasposto nella natura, nelle foreste che i celti consideravano sacre e che venivano raffigurate con una statua di donna: La Dea Madre (come ho scritto qui).

3. Il Peccato Originale e Lilith

Sul portale di sinistra detto della Vergine, c’è una serie di bassorilievi tra i quali uno che mostra Adamo ed Eva nell’intento di “mangiare la mela”, il frutto del peccato consumato prima dalla madre dell’umanità(?), con il serpente.
Ma la figura che incuriosisce è posta alla destra di Eva. Chi è? È Lilith creata da Dio prima di Eva e che è presente solo nella tradizione ebraica, e che Adamo rifiutò fin quando non gli venne “presentata Eva” stavolta talmente a lui simile che questi disse, come riportato esattamente in Genesi 2, 22-23: «questa volta è carne della mia carne e ossa delle mie ossa». Questa volta…
E non finisce qui, al solito. Guardando alla data, 15/04/2019, il periodo in cui si festeggia la dea Ishtar, facendo la somma si ottiene il numero 22, cioè 11.11(3). Ebbene il numero 11 è «la rappresentazione suprema dell’illuminazione e dell’ottica visionaria»(4). Mentre per la simbologia, il fuoco «rimanda alla trasformazione, alla purificazione, al potere vivificante e a quello distruttivo»(5).
Inoltre la capacità di far vivere, ravvivare le fiamme, nella mitologia e nelle tradizioni alchemiche, è attribuita alla salamandra, creatura del fuoco perché riesce ad attraversarlo e rimanere illesa (Wikipedia), e scelto come simbolo araldico da Francesco I, re di Francia (Wikipedia).
Come si concilia tutto ciò? C’è un filo che lega tutti i termini e i concetti che essa cela?
Tutto questo induce a «sospettare una sempre meno velata guerra di matrice esoterico-politica, atta a scardinare gli altrettanto sempre più fragili equilibri globali (omissis) Finora tale ipotetica invisibile guerra esoterica sarebbe stata combattuta colpendo precisi simboli di certi plurisecolari poteri europei, scegliendo particolari aspetti astrologici(6, nda) e determinate date per distruggere secoli di storia e cultura, camuffando tali eventi, ogni volta da qualcosa d’altro, incidenti, negligenze, incapacità, errori negli interventi di salvataggio, oppure attentati, terrorismo ecc. ecc.»(7).
In definitiva, i poteri forti, quelli molto al di sopra dei vari governi, stanno sostituendo l’esoterismo, ciò che è già dentro di noi, ma anche l’essoterismo, ciò che ci viene insegnato normalmente, tanto per capirci, con il loro pensiero unico, che porterà all’appiattimento della civiltà umana e per spegnere definitivamente il fuoco delle nostre anime.

Note:
1.Fulcanelli, Il Mistero delle cattedrali. Fulcanelli è lo pseudonimo di un Alchimista dell’era moderna, la cui vera identità è sconosciuta.
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2016/01/31/la-dama-alchemica-in-notre-dame-de-par

2.idem

3.https://777babylon777.blogspot.com/2019/04/cattedrale-notre-dame-in-fiamme.htm

4.https://www.ilgiardinodegliilluminati.it/significato-dei-numeri/numero-undici/

5.https://www.centrostudilaruna.it/simbolismo-del-fuoco.html

6. Secondo l’astrologa britannica Jessica Adams, lunedì pomeriggio si è verificata una particolare congiunzione astrale che ha coinvolto Ariete, Giove e Saturno.
https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2019/4/16/victor-hugo-profezia-su-notre-dame-incendio-parigi-grande-fiamma-tra-i-campanili/1872217/

7.https://777babylon777.blogspot.com/2019/04/cattedrale-notre-dame-in-fiamme.html

 

Fonti:
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2019/04/15/parigi-grosso-incendio-in-corso-a-notre-dame_2bfb3a94-6303-40ed-9d1c-c8b70f1d92d9.html
https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_15/incendio-notre-dame-cause-escluso-attentato-si-indaga-distruzione-involontaria-61e7d8f0-5fc5-11e9-b974-356c261cf349.shtml
https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_16/incendio-notre-dame-l-inferno-fuoco-non-ancora-spento-77-minuti-che-hanno-inghiottito-storia-8eaa8c2a-6006-11e9-b055-81271c93d411.shtml
https://www.lastampa.it/2019/04/16/esteri/da-victor-hugo-al-gnral-de-gaulle-la-culla-di-fede-dove-si-fatta-la-storia-EYuSYrqScKe7E37wqqpbFO/pagina.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/16/notre-dame-incendio-domato-ma-incertezze-su-stabilita-la-procura-nulla-indica-atto-doloso-ora-per-ora/5113499/
https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2019/4/16/victor-hugo-profezia-su-notre-dame-incendio-parigi-grande-fiamma-tra-i-campanili/1872217/
http://www.angolohermes.com/speciali/francia/Parigi/Notre-Dame.html
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2016/01/31/la-dama-alchemica-in-notre-dame-de-paris/
http://www.rosacroceoggi.org/pagine.esotertiche/notre.dame.paris.htm
http://www.loggiagiordanobruno.com/20110907-notre-dame-alchimia-e-segreti.html
https://777babylon777.blogspot.com/2019/04/cattedrale-notre-dame-in-fiamme.html
https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2019/04/16/news/notre_dame_al_cinema-224173925/
https://www.repubblica.it/esteri/2019/04/16/news/notre-dame_l_incendio_e_domato_salve_le_opere_d_arte_la_procura_indaga_per_disastro_colposo-224156238/?

credits:
1. foto giuseppe nardoianni © 2005

2. https://giuseppemerlino.wordpress.com/2016/01/31/la-dama-alchemica-in-notre-dame-de-paris

3. http://www.angolohermes.com/speciali/francia/Parigi/Notre-Dame.html

Captive State: tra ordine e caos

«La nostra ossessione per l’antagonismo del momento, ci fa dimenticare spesso quanto uniti devono essere tutti i membri dell’umanità. Forse abbiamo bisogno di una lezione, proveniente dall’esterno, dall’universo, che ci faccia riconoscere questo bene comune. Occasionalmente penso a come le nostre differenze planetarie potrebbero facilmente dissolversi, se dovessimo affrontare una battaglia con una forza aliena esterna a questo pianeta…». Questa citazione è parte di un famoso intervento di Ronald Reagan(1) sugli ufo all’Onu, il 21/09/1987, e che nelle sue intenzioni sarebbe dovuto essere di auspicio, una sorta di collante per l’umanità, facendo sperare in un futuro diverso. Com’è diverso in tutti i sensi l’intento di Rupert Wyatt (già autore del reboot/remaque L’Alba del pianeta delle scimmie, 2011), nel suo, da poco nelle sale, Captive State. Un’opera particolare non solo per la trama, gli effetti e l’ambientazione, ma proprio per il suo significato intrinseco che, è l’opinione comune, travalica naturalmente e di molto, il discorso fantascientifico. Infatti è solo l’invasione aliena, che per alcuni scienziati, con in testa il compianto Stephen Hawking (1942-2018), che si lamentava del fatto che segnalare la nostra posizione alle altre, possibili civiltà presenti nel nostro vicino universo, è molto pericoloso, perché potrebbero arrivare civiltà bellicose che vogliono solo predarci, è da considerarsi, ma non tanto, fantascienza. È proprio questo che accade nel film di Wyatt.
La storia inizia quasi dieci anni dopo il “primo contatto”, non pacifico, come in Star Trek, ma gli alieni, sfuggenti e dalla particolare forma, arrivati con astronavi che ricordano più le montagne sospese di Avatar, che le forme-pensiero di Arrival, si sono stanziati nel sottosuolo della Terra (una strizzatina d’occhio alla teoria che vuole che gli ufo provengano dall’interno del nostro pianeta?), per depredarlo di tutte le risorse naturali. L’umanità vive sulla superficie, in un mondo devastato dalle guerre, uno scenario post-atomico, dove la popolazione è divisa tra collaborazionisti e insurrezionisti che cercano, con una organizzazione clandestina la “Fenice”, di capovolgere le sorti del, non ancora segnato, destino.
Diversi sono i film paragonabili alla pellicola in oggetto. La Chicago di Wyatt, ricorda la Los Angeles del film World Invasion (J. Liebesman, 2011), anche se lì si combatteva a distanza ravvicinata per le strade.
La Macchina Da Presa entra dappertutto, nelle strettoie, nelle case, nelle baracche, con riprese quasi “a spalla” riprendendo i soggetti da dietro, come in un docufilm, che fa balzare alla mente lo splendido I figli degli uomini (A. Cuaròn, 2006), mentre il vago retrogusto segregazionista rimanda a film come Alba Rossa (J. Milius, 1984), con protagonisti dei ragazzi, costretti a diventare uomini troppo in fretta. Come il protagonista del film Gabriel che ha visto i genitori morire sotto i suoi occhi, uccisi dagli alieni, i Legislatori, alla ricerca del fratello Rafael, due “Angeli Negri” (F. Leali), impegnati nell’eterna lotta tra il bene e il male.
Infine, le atmosfere orwelliane, fatte di orizzonti cupi, di chip, di cimici, impiantate alla base del collo (altro riferimento agli impianti degli addotti), ma sul davanti, di collari che rimandano alla teoria che l’uomo probabilmente è un animale addomesticato, infatti una delle traduzioni del titolo del film è: Stato di cattività.
La tecnologia nell’anno 2025 c’è ancora, i computer, internet, anche se ci si collega alla rete alla vecchia maniera, cioè usando la cornetta del telefono, niente mail, ma messaggi anonimi nelle inserzioni dei quotidiani, niente iPod, ma i vetusti 33 giri, fino ai piccioni viaggiatori. Ma a rafforzare il concetto che ormai siamo schiavi della tecnologia, a tal punto da non vedere ciò che accade davvero intorno a noi, con i poteri che entrano sempre più in maniera spietata nella nostra privacy, è grazie ad un vecchio telefonino Blueberry e alla sua scheda che Gabriel scopre la verità, fino a capire i giochi del potere, il ribaltamento dei ruoli, dei concetti, nel film «niente è come sembra». Il commissario (un ottimo John Goodman) è una sorta d’infiltrato, la prostituta Jane Doe(2) è in realtà il Numero Uno della Fenice, fino alla difficile scelta tra ordine o caos, tra democrazia o anarchia, perché a volte non basta un fiammifero per accendere una guerra (dal film).
«E ancora mi chiedo: non esiste già una minaccia aliena sopra di noi?». Così Reagan terminò il discorso iniziale che dal punto di vista ufologico è ineccepibile, ma la morale del film è, purtroppo ben altra. Forse non dobbiamo pensare agli alieni come extraterrestri provenienti dallo spazio profondo, forse i veri nemici sono più vicini di quanto potremo mai immaginare…

Note:
1. Ronald W. Reagan (1911-2004) è stato il 40° Presidente USA dal 1981 al 1989.
2. Jane Doe, nome che viene dato negli ospedali americani alle donne che non possono essere, per il momento, identificate, è interpretata dall’attrice Vera Farmiga.

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