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Da un altro mondo

Da un altro mondo: Incontri straordinari con esseri extraordinari. Incarnazioni umane per esseri che sono umani solo all’apparenza, non certo il famoso ET oppure il classico alieno grigio; come ci comporteremmo se dovessimo fare, nella realtà, un incontro del genere. Saranno buoni o cattivi? Quale sarà il loro concetto di bene e male? Da K-Pax a La Cosa, passando per Starman, Phenomenon, Powder, L’uomo che cadde sulla Terra e Fratello di un altro pianeta, uno sguardo verso l’ignoto e i suoi abitanti che a volte si palesano ai nostri occhi azzerando le distanze che ci dividono…Da un altro mondo. Nuova puntata di Visioni dal Futuro in compagnia di Giuseppe Nardoianni, ricercatore e critico cinematografico che ci guiderà nell’esplorazione di questo multiforme universo, approfondendone i molteplici aspetti, le tante curiosità, e rispondendo alle vostre domande. Benvenuti nel nostro salotto virtuale nel quale si indaga il noto cercando di svelare l’ignoto anche, perché no, con un pizzico di ironia.

Buona Visione

Dove sono tutti quanti?

È quello che si chiese Enrico Fermi a Los Alamos, parlando con alcuni colleghi, divenuto poi celebre come il “Paradosso di Fermi”. Inizia così questa nuova diretta sul canale “Frontiere Proibite”, gestito dall’amico Roberto La Paglia e condotta con Salvatore Giusa. L’episodio, il primo per la serie “Visioni dal Futuro”, ci porterà alla scoperta del cinema di Fantascienza e delle sue connessioni con la realtà. In questa puntata siamo partiti dagli scenari evocati dalla “Scala di Kardashev” e dalle “Sfere di Dyson”, per concludere con uno dei film più belli, importanti e significativi degli ultimi anni: “Arrival”, diretto da D. Villeneuve nel 2016. Quindi partendo da basi scientifiche, certe ed accreditate, cercheremo ancora una volta di indagare il noto per svelare l’ignoto.

Buona visione!

Alien Zapping

È disponibile sul canale You Tube, “Frontiere Proibite”, dell’amico Roberto La Paglia, la Live Mystery News (edizione Estate 2024), per la serie “Cose dell’Altro Mondo”, condotta con Salvatore Giusa (Centro Ufologico Siciliano), dove sono stato, gradito ospite. L’argomento scelto, per chi ama la Fantascienza, è da non perdere, ed è incentrato sulle serie televisive dedicate al mondo degli Ufo e degli alieni. Alien Zapping, è un tuffo nel passato, con un pizzico di nostalgia e di ironia, alla riscoperta di quelle serie che ci hanno tenuti incollati al televisore, fin da quando eravamo ragazzini. Da Ufo Shado, a Project Blue Book, passando da Spazio 1999 a Taken, ecc. Un viaggio tra ricordi e curiosità, ricordando che seppure in un salotto virtuale, si può indagare il noto cercando di svelare l’ignoto.

Ecco, di seguito, il link:

Buona Visione!

Fly me to the Moon

Fly me to the Moon, uscito da poco nelle sale con il sottotitolo “Le due facce della Luna”, quindi da non confondere con il film d’animazione diretto da Ben Stassen nel 2008, che narra le vicende di una mosca che sale a bordo dell’Apollo 11 e dove Buzz Aldrin dà la voce a sè stesso, che è anche il titolo del famoso brano musicale scritto da Bart Howard nel 1954 e portato al successo, tra gli altri, da Frank Sinatra, dieci anni dopo. La canzone, il cui titolo originale era in realtà In Other Words, divenuto poi famoso appunto con le prime parole del testo stesso è inserito in varie colonne sonore tra cui Space Cowboy (2000), di C. Eastwood. Tutti elementi che rendono ancora più leggendaria la storia che sta dietro alla pellicola diretta da Greg Berlanti e prodotta anche dagli Apple Studios. Da complottisti, chi di noi non sarebbe voluto essere una mosca per entrare nella navicella dell’Apollo 11 e vedere come esattamente sono andate le cose? Sono andate come ce le hanno sempre raccontate, oppure?.. Moonhoax(1) a parte, è la storia di «una missione che non può fallire, nemmeno se fallisce. In quel caso bisognerà convincere tutti che è andato tutto bene», è il giornalista della Rai, Emiliano Condò(2) a descrivere in estrema sintesi il film. Ed è dai titoli di testa che la vicenda prende le mosse: il primo satellite russo (lo Sputnik, 1957), i primi lanci, il discorso di JFK (1962), che impone all’America, nel decennio, di andare sulla Luna -altro elemento per il quale la missione non doveva fallire e, appunto il primo tragico fallimento, il rogo all’interno dell’Apollo 1, dove persero la vita i primi tre astronauti. Il film -forse ispirato a fatti reali (il soggetto è di Keenan Flynn e Bill Kirstein, mentre la sceneggiatura è stata affidata a Rose Gilroy), vede come protagonisti Scarlett Johansson (qui anche produttrice) che interpreta Kelly Jones, affermata Manager del marketing che dovrà letteralmente «vendere la Luna» al mondo e Channing Tatum/Cole Davis, dal fisico prestante, da vero astronauta, ma relegato a capo della missione per un problema cardiaco che lo costringe a rimanere a terra. Anche se non tutto sembra filare per il verso giusto, soprattutto in un clima di guerra fredda, la svolta avviene quando Woody Harrelson, che veste i panni di Moe Berkus (che risponde direttamente al Presidente Nixon), in un’altra magistrale interpretazione, assume la Johansson, per un motivo ben preciso, siccome «The Failure is not at option» (Doc. TV, 2003), urge la necessità -e questo è assolutamente concepibile, di avere un piano “B”, la realizzazione in studio del tanto vituperato falso allunaggio! Il progetto Top Secret, dove si rischia la morte solo a parlarne, denominato Artemis (la sorella di Apollo), con la regia affidata ad un amico di K. Jones, che in realtà svolge molto bene il suo compito, cioè di far sembrare reale ciò che reale non è. E qui iniziano le varie ipotesi che contribuiscono ad alimentare le tesi cospirazioniste e complottistiche. Per non entrare troppo nello specifico -le pellicole, oltre a quelle citate, che trattano l’argomento, sono molte e ci dovremmo dilungare non poco (per chi vuole approfondire, in fondo troverete i link ad altri articoli sull’argomento pubblicati su questo blog), gli elementi sono tanti: il direttore della fotografia che mostrando un solo grande faro, giustamente afferma che sulla Luna, c’è una sola fonte di luce, i cavi che sorreggono gli astronauti nei loro goffi movimenti, la bandiera che si agita, ecc. Da notare che nel film Interstellar (C. Nolan, 2014), le Missioni Apollo sono categoricamente smentite: niente sbarchi sul nostro satellite(3); di contro invece in Capricorn One (P. Hyams, 1977), lo sbarco simulato è su Marte (che molti ritengono che in realtà ci sia stato davvero), inoltre nella serie tv For All Mankind, in una storia alternativa, il primo uomo è un cosmonauta dell’Unione Sovietica! «Una verità è una verità e nessuno ci crede, una bugia è una bugia e tutti ci credono», è Kelly Jones che propone di montare una telecamera esterna perché gli americani vogliono sempre essere presenti; è lei che ispira ad Armstrong la famosa frase ed è la stessa che suggerisce di manomettere la telecamera in modo da mandare in onda il vero filmato. In realtà le cose non sono così semplici come sono state fin qui descritte, -il film è ben fatto, i protagonisti perfettamente calati nella parte e il regista che dimostra di essere a suo agio, grazie anche ad un ottimo montaggio (in alcuni frangenti il linguaggio è più da serial che da film), e si destreggia a meraviglia quando deve passare tra elementi che spaziano tra la realizzazione e la mistificazione, tra il serio e il faceto, tra il complottismo e ciò che forse è stato vero e quello che davvero era falso. Berlanti è quindi bravo a mescolare le acque, rendendole più torbide, a mischiare le carte con le quali è stato costruito il falso castello, il risultato ottenuto seppur ottimo, quindi non rischiara le tenebre, ma tra situazioni ironiche e da commedia romantica, nelle due e passa ore di visione non ci si annoia affatto.

Il Logo della NASA

[Spoiler:] Divertente la sequenza finale quando neanche loro sanno cosa sta andando in onda, visto che le immagini che arrivano dai due monitor televisivi sono quasi simili e il tutto viene chiarito dalla presenza di un gatto nero che entra in scena, con un addetto della sicurezza che pende da una corda, caduto per cercare di acchiappare l’animale. «Dovevamo chiamare Kubrick», la penultima battuta della Jones, e qui i complottisti hanno sicuramente avuto un sussulto, perché lui è il maggior indiziato per la realizzazione della frode lunare, avendo in curriculum film come 2001 (il film è del 1968, un anno prima, nda) e Shining (1980), che qualcuno ha indicato come pieno di indizi(4) relativi appunto alla missione Apollo 11. No, non è la battuta relativa a Kubrick, ma secondo chi scrive e non solo, tutta o tutte le missioni Apollo, -qui iniziano le implicazioni ufologiche, in realtà nascondono e sono nascoste nella loro totalità per celare la realtà extraterrestre, ecco il vero motivo per il quale la NASA, che ha concesso l’uso del suo vero logo, con tanto di doppio “graffio” rosso, una sorta di “lingua biforcuta”, il cui concetto credo sia chiaro a tutti, ha dovuto falsificare le o la missione. Ecco, quindi, il perché del sottotitolo Le due facce della Luna, riferite non all’ambivalenza del film stesso, ma dal fatto che proprio sul lato nascosto del nostro satellite ci sono evidenti strutture aliene, «Persino la follia di una colonia nazista» come commenta Emiliano Condò che definisce «strampalate» le varie teorie del complotto. Inutile dire che non siamo d’accordo: tra accenni all’ormai arcinota Area 51, dove presumibilmente Kubrick fece quello che fece, tra allusioni agli Ufo recuperati, stavolta in fondo all’oceano, e non a Roswell (1947), l’ultimo dialogo tra la Johansson e Harrelson, chiarisce almeno l’aspetto più importante dell’opera di Berlanti:

«Gli alieni esistono?». «Camminano tra di noi…».

Come dire, in altre parole…

 

Note:

  1. Bill Kaysing, “Non siamo mai andati sulla Luna“, 1976.
  2. TG1 h: 20.00 del 02/07/2024.
  3. https://www.fantascienza.com/28767/2001-versus-interstellar
  4. https://movieplayer.it/articoli/fly-me-to-the-moon-film-storia-vera-luna-kubrick_32982/

Altre fonti:

https://www.fantasymagazine.it/36311/fly-me-to-the-moon-le-due-facce-della-luna

https://www.fantasymagazine.it/36313/fly-me-to-the-moon-al-cinema

https://www.comingsoon.it/film/fly-me-to-the-moon-le-due-facce-della-luna/64550/recensione/

https://www.cinematografo.it/recensioni/fly-me-to-the-moon-eslp16bz

https://www.mymovies.it/film/2024/fly-me-to-the-moon-le-due-facce-della-luna/

https://www.fantascienza.com/28767/2001-versus-interstellar

https://it.wikipedia.org/wiki/Fly_Me_to_the_Moon_-_Le_due_facce_della_Luna

Altri Post sull’argomento:

https://www.giuseppenardoianni.it/first-man-destination-moon/

https://www.giuseppenardoianni.it/luna-severa-maestra/

https://www.giuseppenardoianni.it/luna-il-grande-balzo-mancato/

https://www.giuseppenardoianni.it/ad-astra-verso-le-stelle/

Credits:

https://www.mymovies.it/film/2024/fly-me-to-the-moon-le-due-facce-della-luna/poster/0/

https://www.astrospace.it/2020/04/02/il-verme-e-tornato-la-nasa-riusera-il-vecchio-logo/

 

Oppenheimer: la bomba e… l’altra verità!

Un film complesso
Complesso da vedere, da metabolizzare e di conseguenza complesso da analizzare per poter dipanare il nocciolo della questione, in quanto le prospettive o se preferite le chiavi di lettura, sono diverse, perché toccano diversi livelli di conoscenza.
Tecnicamente impeccabile e con un cast stellare, anche se con una terza parte, effettivamente un po’ lunga, tesa a discriminare lo scienziato, ma anche l’uomo che sta dietro a esso: J. Robert Oppenheimer, padre della bomba atomica, ma fermamente contrario alla bomba “H” per il cui rifiuto fu costretto a subire quasi un processo per tradimento e affiliazione al comunismo, con revoca del Nulla Osta di Sicurezza dalla preposta Commissione, prima della definitiva riabilitazione.
Basato sul libro scritto a quattro mani da K. Bird e M. J. Sherwin dal titolo: “Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica (American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer)”, sceneggiato (con stesura in prima persona per immedesimarsi e far immedesimare maggiormente lo spettatore) e diretto da Christopher Nolan, regista profondo, che non lascia mai nulla al caso: «Uno dei progetti più impegnativi che abbia mai realizzato per la sua portata e per l’ampiezza della storia…»(1).
Il regista londinese, con all’attivo opere quali Inception (2010), e più propriamente Interstellar (2014) e Tenet, (2020) ha girato in formato IMAX, il suo preferito, con pellicola da 70mm. appositamente creata dalla Kodak, con un’ottima fotografia e montato con riprese sia a colori che in B/N, ad evidenziare le scene riferite a fatti storici.
Ma la sfida più impegnativa è stata la ripresa delle esplosioni, perché realizzate dal vero, cioè gli attori vedevano realmente le stesse, e quindi senza l’utilizzo della CGI (Computer-Generated Imagery, cioè immagini generate al computer).
Incentrato, come detto, sulla figura dello scienziato -interpretato da C. Murphy, nato a New York nel 1904 (dec. Princeton 1967), ma soprattutto sul Progetto Manhattan(2), di cui fu direttore scientifico, mentre la conduzione militare fu affidata al Generale L. Groves Jr./M. Damon (che tra l’altro supervisionò la costruzione del Pentagono), portato avanti nei primi anni 40, arrivò ad «occupare più di 130.000 persone e costò quasi 2 miliardi di dollari americani» (Wikipedia).
L’opera di Nolan: «L’avvincente paradosso di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare»(3), è focalizzato sui rapporti professionali e personali che intercorsero soprattutto tra Oppenheimer, il generale, L. Strauss/R. Downey Jr., capo della Commissione per l’Energia Atomica degli USA, il primo ad accusarlo e gli altri scienziati, e dove ognuno svolse, come vedremo, un ruolo da protagonista effettivo sulla riuscita del progetto.
Ma il film indaga anche nell’intimo dello scienziato, sposato con due figli, con Katherine “Kitty” Puening/E. Blunt -biologa ex comunista, principale confidente, ma innamorato più del suo primo amore Jean Tatlock/F. Pugh con la quale ebbe un’ardente e tormentata storia d’amore.
Se al cinema l’argomento bomba atomica ha sempre funzionato (Il dottor Stranamore, S. Kubrick, 1964; The Day After, N. Meyer, 1983; L’ombra di mille soli, R. Joffé, 1989; A prova di errore, S. Lumet, 1964; Il giorno dopo la fine del mondo, R. Milland, 1962; L’ultima spiaggia, S. Kramer, 1959; I giorni dell’atomicaDay One”, J. Sargent, 1989), dove sono presenti anche ottime opere di fantascienza, la stessa smette l’abito fanta, per mostrare il lato nudo e crudo della realtà.
«Il mondo sta cambiando direzione» (la moglie), grazie a uomo che era «oltre il mondo in cui viviamo», lo stesso che ha dato agli uomini «il potere di distruggere sè stessi» (N. Bohr/K. Branagh), immaginando «un futuro terrificante», perché come sostiene lo stesso Oppenheimer: «Non la temeranno finché non la capiranno. E non la capiranno finché non l’avranno usata»; C. Murphy, dal volto «emaciato… arriva a nutrirsi di una sola mandorla al giorno per mantenere la magrezza del vero Robert Oppenheimer»(4), che desiderava «una scienza guidata da principi morali»(5), con la speranza che: «Il vostro lavoro garantirà una pace che l’umanità non ha mai visto», per sentirsi rispondere: «Finché non faranno una bomba più potente» (L. Garrison).
Personaggi e attori
Il film è un tripudio di figure di spicco della scienza in toto, con diversi premi Nobel, del tempo, passati e futuri e dove tutti, anche se solo per pochi secondi sullo schermo, sono efficaci per l’adeguata riuscita del racconto.
Partendo dal protagonista, C. Murphy (28 Giorni dopo, D. Boyle, 2002), per prepararsi al meglio per il ruolo che doveva ricoprire, oltre a leggere il libro, si è affidato al noto fisico Kip Thorne, già consulente di Nolan per Interstellar e il quadro che ne esce, oltre a una interpretazione quasi da Oscar, e che l’attore è riuscito a modellare il suo personaggio dove spiccano sia l’intelligenza che le problematiche morali dello scienziato. Oltre al generale L. Groves, definito: «motivato, guidato dal senso del dovere, irritante»(6), con il quale Oppenheimer instaurò un rapporto basato sul rispetto reciproco (degno di nota, il loro siparietto sul concetto del “quasi zero”, sulle percentuali di distruzione del mondo); una delle controparti è Lewis Strauss/R. Downey Jr., che ebbe un posto di rilievo nella politica atomica degli USA, fortemente voluto dalla produzione, trattandosi di un attore  istrionico, che calza alla perfezione il personaggio come una sorta di nemesi del protagonista.
Gratificante per entrambi, il rapporto tra Oppenheimer e lo scienziato Ernest Lawrence -interpretato da un ottimo J. Hartnet, che diede un enorme contributo all’acceleratore circolare, finalizzato poi come il Super-Collider. K. Branagh, interpreta invece lo scienziato Niels Bohr (Nobel per la Fisica nel 1922). La sua performance si basa su alcuni camei, ma fu il punto focale, oltre che per i colleghi dell’epoca, soprattutto per aver dato un enorme contributo alla meccanica quantistica, che proprio in quegli anni muoveva i suoi primi passi, anche grazie alle teorie di un altro scienziato: W. K. Heisenberg, l’attore M. Schweighöfer, che con il suo Principio di Indeterminazione postulato nel 1927, vinse anch’egli il Nobel per la Fisica nel 1932. Altro cameo per Enrico Fermi (Nobel per la Fisica nel 1938) e K. Gödel, il quale formulò il Teorema di Incompletezza che rivoluzionò la matematica. Ottimo dualismo nel film è quello con Edward Teller, interpretato da B. Safdie. All’epoca Teller avanzò lipotesi che allo scoppio dell’ordigno nucleare latmosfera tutta si poteva incendiare, anche se «le percentuali sono quasi zero», grazie ai calcoli effettuati da quello che è considerato “il padre della bomba a Idrogeno”.
Anche Frank Oppenheimer/D. Arnold, fratello minore di Robert, partecipò al Progetto Manhattan come fisico delle particelle, entusiasta del fatto che le riprese sono state effettuate in New Mexico dove i due fratelli sono cresciuti. «Viviamo in un mondo che è stato creato come una diretta conseguenza del Progetto Manhattan»(7), è l’analisi dell’attore G. Skarsgård che nel film interpreta Hans Bethe, il designer delle bombe esplose sia nel Test che a Nagasaki. Personaggio e interprete di spicco è il “saggio” Isidor Rabi/D. Krumholtz (il matematico protagonista della serie Numb3rs), qui nelle vesti di amico e consulente di Oppenheimer, nel test di Alamogordo; ancora genio, ma nella fisica nucleare e nella chimica. Altro antagonista è William Borden, l’attore D. Dastmalchian, esperto di sicurezza nazionale e direttore della Commissione Bicamerale del Congresso USA, anticomunista, fu lui che scrisse la lettera a J. E. Hoover, fondatore dell’FBI, sulla “spia” Oppenheimer. Buon ultimo, but not least, è Albert Einstein, interpretato da Tom Conti, è lo scienziato tedesco, naturalizzato americano, premio Nobel per la Fisica nel 1921, che, con la sua Teoria della Relatività aprì nuove strade per lo sviluppo della bomba. Lo stesso che, nel film, suggerisce all’amico Robert, paradossalmente, di condividere le sue scoperte con i nazisti in modo da salvare il mondo, non distruggerlo!
L’altra verità e le Teorie del Complotto
Un aneddoto narra che durante il Trinity Test, avvenuto il 16 Luglio 1945 nei pressi di Alamogordo, egli abbia pronunciato questa frase: «Sono diventato Morte, il distruttore di mondi». La citazione è tratta direttamente dal Bhagavadgītā, uno dei testi sacri dell’Induismo, che, insieme ad altri testi come il Mahabharata, contengono la descrizione di vere e proprie macchine volanti, denominate “Vimana”, in quelle che sembrano guerre atomiche. Ciò rimanda ad un secondo aneddoto, anche questo apocrifo, secondo il quale ad Oppenheimer durante una visita in un College, uno degli studenti gli abbia rivolto questa domanda: «È la prima bomba atomica esplosa sulla Terra?». Al che lo scienziato, con sicurezza rispose: «In epoca moderna, si!».
Come non pensare quindi, alla civiltà di Mohenjo-Daro, il cui sito, nella valle del fiume Indo, ancora oggi ha una radioattività di molto superiore alla norma e per questo non presente nei libri di storia? Inoltre, Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 Agosto 1945), come Sòdoma e Gomorra? Ecco cosa sostiene la Bibbia: «Quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore»(Genesi, 19:24). Uno dei termini più evidenziati nel film, perché molto significativo è: «compartimentazione», cioè ogni settore non doveva essere a conoscenza di ciò che facevano gli altri, ma anche individuare e contenere tutti gli aspetti dell’intera operazione, in modo da evitare le, immancabili, fughe di notizie. In effetti è possibile espandere il concetto all’intera scienza ufficiale: ogni branca della conoscenza umana, è appunto a compartimenti stagni. Noi studiosi alternativi, non abbiamo quest’obbligo, nè inutili pastoie, molto spesso frutto di disonestà intellettuale.

Lo Stato del New Mexico

Quindi vi invito a guardare con molta attenzione la mappa a sinistra. Rappresenta una vasta area dello stato sud occidentale degli USA, il vertice in alto, di un ipotetico “triangolo magico”, è la cittadina di Los Alamos, costruita nel periodo suddetto come una sorta di campo base per il Progetto Manhattan e che C. Nolan, ha potuto ricostruire solo in parte per effettuare le riprese. Il vertice in basso a sinistra è occupato dal centro abitato di Alamogordo dove appunto avvenne il già menzionato Trinity Test e la sua zona limitrofa sede tra l’altro della base di White Sands e del famigerato Progetto Mogul, quello dei famosi palloni sonda. Il triangolo si chiude con la cittadina che rappresenta il “Santo Graal” dell’ufologia: Roswell. Come ormai noto, non solo agli ufologi, nel luglio del 1947, esattamente due anni dopo l’esplosione della prima bomba atomica, a poca distanza avvenne il famoso schianto di uno o addirittura due UFO (oggi UAP: Unidentified Aerial Phenomenon). Da notare che Roswell al tempo era sede del 509° Stormo Bombardieri dell’Air Force, l’unico ad avere in dotazione l’arma nucleare. Da lì partì il Magg. J. Marcel, che rinvenne i resti dell’Ufo (i corpi degli alieni furono rinvenuti poco dopo, non da lui), più o meno nella zona segnata dalla stella nella mappa e che l’esercito fece passare come i semplici resti di un pallone sonda e i corpi come manichini… Certo, come ho sostenuto diverse volte, tutto questo sarà, per gli scettici, solo una semplice e pura coincidenza, e se invece non lo fosse? Molti ufologi sostengono che proprio l’utilizzo dell’ordigno nucleare abbia riacceso l’interesse, da parte di civiltà extraterrestri, della razza umana perché divenuti in grado di «imbrigliare l’energia dell’atomo» (dal film, Stargate R. Emmerich, 1994). E non finisce qui. Nel film compare anche Vannevar Bush, l’attore M. Modine, nel 1941 direttore dell’Ufficio di Ricerca e Sviluppo Scientifico del Governo, fu lui che sollecitò il comparto militare-industriale sul nucleare. Lo stesso Governo e lo stesso comparto che, nel 1947, all’indomani del suddetto schianto dell’ufo, lo mise a capo del cosiddetto “Majestic Twelve” (in codice “MJ 12”), un’organizzazione segreta voluta dal Presidente H. Truman, composta da scienziati, militari e governativi, tutti dotati del livello di segretezza “Cosmic Top Secret”, per secretare e insabbiare la realtà extraterrestre.
I teorici del complotto sostengono che col tempo, V. Bush accusò un forte stato depressivo perché voleva rivelare l’enorme segreto: fu suicidato, cadendo in circostanze mai chiarite del tutto, dalla finestra della clinica dov’è era ricoverato… Oppenheimer, quando viene ricevuto dal Presidente H. Truman, ammette: «mi sento le mani sporche di sangue», delicatamente e con una certa dose di ironia e disprezzo, Truman gli porge un fazzoletto bianco e mentre esce lo definisce «piagnone». Non ho il potere che ebbe Oppenheimer, non ho il potere di cambiare il mondo, ma anch’io ho a cuore il futuro di tutto il genere umano, «Immaginiamo un futuro e immaginarlo ci inorridisce» (Oppenheimer). Gli ultimi frames, sono dedicati al pianeta Terra, con vista dallo spazio mentre un’immensa esplosione inizia a mangiarsela: un mònito per l’umanità e sui nefasti, futuri sviluppi della guerra Russia-Ucraina, ma anche delle altre decine di conflitti, molti dimenticati, sparsi per tutto il mondo.

Credits:
Elaborazione grafica di giuseppe nardoianni
Nota dell’autore:
Dove non specificato le citazioni sono tratte dal film.
Data una certa difficoltà nel gestire citazioni, note e fonti (mappa compresa), l’autore si riserva di correggere dove opportuno, a seguito di segnalazioni da parte di altri autori, siti, ecc.

Marte

È disponibile in rete, qui, la mia ultima intervista condotta dall’amico Roberto La Paglia, sul suo canale youtube Frontiere Proibite. Mai termine è stato più azzeccato di proibito, infatti oltre al famoso cult Forbidden Planet (Fred M. Wilcox, 1956), attualmente Marte, nel senso di frontiera è l’ultima, ma anche nuova frontiera spaziale; proibita perché dopo 44 missioni, miliardi di dollari spesi, non si è ancora riusciti a cavare il cosiddetto ragno dal buco, cioè la ricerca di vita aliena, passata o presente, almeno a livello batterico, sul quarto pianeta. Missioni, peraltro per i due terzi fallite, anche per errori banali, tipo l’equivalenze sbagliate, hanno portato finora, in via ufficiale, ad ammartare, soltanto, orbiter, lander, rover e addirittura droni, come per quanto riguarda la Perseverance, lì da poco. Un viaggio quindi tra scienza, fantascienza e cover up, sì perché secondo alcune fonti, chiaramente non confermate, l’uomo ha già messo piede, oltre che sul suolo lunare, anche su Marte, con il Progetto Pegasus, che schierava tra gli astronauti, i Dieci Titani,  anche, incredibilmente, il giovane, futuro presidente Barak Obama, grazie all’ausilio della flotta spaziale, tipo Star Trek, dal suggestivo nome di Solar Warden. Ultima annotazione, seconda ciliegina sulla torta (la prima la troverete nell’intervista) -vuoi vedere che la tanto strombazzata notizia, che notizia non sarebbe per gli addetti ai lavori, della scoperta di vita sul quarto pianeta dal sole, non serva ad altro se non a distrarre l’umanità da problemi molto più gravi e pressanti?..

Project Blue Book, il serial

È iniziata il 28 novembre scorso, il serial tv Project Blue Book, con la messa in onda, da parte del quarto canale Rai, dei primi due episodi; serie basata su avvenimenti realmente accaduti (tagline), creata da David O’Leary e prodotta tra gli altri da R. Zemeckis. Certo, ne avevo già parlato poco tempo fa, dopo la visione di un servizio sempre trasmesso dalla Rai, in merito alla chiusura del Progetto da parte dell’Aeronautica Statunitense (USAF). Esso fu l’ultimo di una serie di tre studi sistematici(1), il primo fu il Progetto Sign (1947, l’anno dell’ufo crash di Roswell) e l’altro il Progetto Grudge (1949), sempre condotti dall’USAF, sugli avvistamenti dei famosi Unidentified Flying Objects (=Oggetti Volanti Non Identificati, UFO per le lingue anglosassoni e OVNI per le lingue latine), su tutto il territorio nord americano, ma anche nel resto del mondo, Europa compresa. «Lo scopo delle indagini era quello di determinare se gli UFO costituissero una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e, in subordine, di classificare e analizzare scientificamente tutti i dati raccolti dall’aeronautica statunitense sul fenomeno. Avviato nel 1951, il Progetto Blue Book venne formalmente concluso il 17 dicembre 1969 dopo aver indagato 12618 casi di avvistamento, 701 dei quali (circa IL 5 %) rimasero classificati come non identificati»(2).
A capo del Progetto fu posto l’astrofisico Josef Allen Hynek, professore presso l’Università dell’Ohio, passato alla storia non solo come uno dei massimi esponenti dell’ufologia mondiale -è probabile che l’acronimo Ufo(3) sia stato ideato da egli stesso, tenendo presente che è anche il padre della classificazione degli Incontri Ravvicinati di I, II e III Tipo.
Hynek, «Partendo da posizioni di estremo scetticismo, scoprirà presto la fascinazione di fenomeni inspiegabili, ma anche gli indizi di una inquietante cospirazione: i dischi volanti non esistono»(4).
In pratica si potrebbe dire che da estremamente scettico, ma con approccio scientifico, il professore divenne sostenitore tanto da diventare consulente di Spielberg per il celebre film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (1977), e che riteneva quel famoso 5% come la parte più interessante da investigare. Quasi di tutt’altro avviso è Aidan Gillen, l’attore che lo interpreta, che nell’intervista, trasmessa sempre in Wonderland, afferma: «Il fenomeno degli Ufo è nato naturalmente nel periodo successivo alla WWII»; è un concetto errato, in odore di possibile disinformazione e se si fosse trattato di un altro argomento, potrebbe essere quasi da fake.

Il prof. Josef Allen Hynek in
Incontri Ravvicinati del 3° Tipo

Infatti, incorrono nell’errore quanti non sono profondi conoscitori della materia: gli ufo sono noti all’uomo fin dall’antichità, i romani li chiamavano clipeus ardentes, scudi infuocati, immagine chiarissima, poi carri o navi volanti, nei secoli successivi, immortalati anche in diverse opere d’arte, fino ai foo fighter, i Caccia Infuocati(5), che sotto forma di luci azzurrognole seguivano proprio i piloti dell’Usaf e della Raf.
Ed è così che inizia il primo episodio, dal titolo Il combattimento aereo, per la regia di R. Stromberg, dove viene mostrata una riunione del famigerato Majestic Twelve (MJ12), l’organizzazione segreta americana, costituita sempre nel 1947 e voluta dall’allora Presidente H. Truman(6), mentre da un televisore scorrono le immagini con un primo piano di Klaatu, l’alieno (con sembianze umane) protagonista del film Ultimatum alla Terra (R. Wise, 1951 e remake di S. Derrickson, 2008), il numero 1 dell’MJ12 sentenzia: «Più riusciamo a insabbiare, più saremo al sicuro». L’episodio, con un buon ritmo della sceneggiatura, che rimanda alle altre serie sorelle come Dark Skies -Oscure Presenze (L’episodio pilota intitolato proprio Majestic 12) e Taken (prodotta da S. Spielberg), e anche alla mitologia di X-Files, ripercorre luoghi quasi fantomatici per gli ufologi come la Base Aerea Wrigh-Patterson a Dayton, Ohio, dove nell’Hangar 18, vennero presumibilmente secretati i resti del crash di Roswell (anche qui si afferma che a cadere sia stato un semplice pallone aerostatico…), poi il mostro di Flatwoods (primo x-file investigato) e gli uomini col cappello, chiaro riferimento agli uomini in nero (Episodio 2) e concetti di più ampio respiro nazionale e internazionale: «La Nazione in preda di una sorta d’isteria di massa… i russi ci stanno col fiato sul collo e la corsa al nucleare sta per sfociare in un disastro», quindi fornendo all’attenzione pubblica un pensiero scientifico razionale così espresso da Hynek: «C’è una grande differenza fra fantascienza e ipotesi consapevoli… ma entrambe richiedono una mentalità aperta» e «Il futuro è ancora nelle nostre mani». Sarà vero? Vedremo nelle prossime puntate…

Note:
1. https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Blue_Book
2. idem
3. Recentemente si sta imponendo l’acronimo UAP, Unidentified Aerial Phenomena (=Fenomeni Aerei Non Identificati).
4. Wonderland, Rai4, trasmissione del 24/11/2020 (disponibile su RaiPlay).
5. https://it.wikipedia.org/wiki/Foo_fighter
6. https://it.wikipedia.org/wiki/Majestic_12

Altre fonti:
https://www.luogocomune.net/27-media/5256-project-blue-book-quando-la-fiction-svela-la-verità
https://www.fantascienza.com/24296/project-blue-book-debutta-su-history-channel-la-storia-vera-degli-avvistamenti-di-ufo

credit:
https://www.comingsoon.it/serietv/project-blue-book/1930/episodi/stagione-1/
https://misteryworld.altervista.org/film-incontri-ravvicinati-3-tipo-sue-tante-verita/

Roswell

Il 1947 fu un anno importante, per diversi aspetti. Innanzitutto era appena finita la Seconda Guerra Mondiale e l’umanità aveva voglia, ma anche la fretta e la necessità, di proiettarsi nel futuro. A proiettare il genere umano in avanti fu una serie di accadimenti che tutt’ora, per certi versi, sono considerati ancora fantascienza. In quella che può benissimo essere definita l’estate dei dischi volanti, accaddero due fatti che non solo sono rimasti nella storia dell’ufologia (che nell’era moderna, proprio da allora muoverà i suoi primi passi), ma anche nell’immaginario collettivo. Il 24 giugno Kenneth Arnold, a bordo del suo piccolo aereo, avvistò nove “piatti volanti” che volavano ad altissima velocità e che poi furono ribattezzati flying saucer, appunto dischi volanti. Qualche giorno dopo, ai primi di luglio, ci fu il famoso crash di Roswell (USA, New Mexico), un ufo (o forse due) si schiantò nei pressi della cittadina che da allora è meta di studiosi, appassionati e semplici curiosi. Il caso Roswell può essere considerato il Santo Graal dell’ufologia, in quanto oltre ai rottami ritrovati, vennero rinvenuti anche i corpi degli occupanti dell’ufo, i famigerati “grigi”, uno di loro ancora vivo! La vicina base militare, inviò il suo massimo esperto che confermò tale evento; venne informata la stampa che il giorno dopo diramò l’accaduto in prima pagina, ma la notizia venne subito smentita dagli alti gradi militari e pian piano, la storia finì quasi nel dimenticatoio. Fino a quando, negli anni novanta, il colonnello in pensione P. J. Corso, pubblicò il libro dal titolo Il giorno dopo Roswell (1997), il militare, morto nel 1998, affermò di aver gestito come capo della Divisione Tecnologia Straniera dell’Esercito, i materiali alieni che a suo dire sarebbero stati raccolti dai rottami dell’ufo e immettere le relative scoperte nell’industria militare prima e civile dopo. Di fatti a partire proprio dal 1947, la tecnologia subì un sostanziale sviluppo: transistor, microchip, fibre ottiche, circuiti integrati, laser, kevlar e i cosiddetti materiali a memoria di forma, videro la luce negli anni successivi. Intanto L’esercito americano istituì il Majestic 12 o MJ12, con a capo J. Forrestal, per indagare il nuovo fenomeno e per scoprire cosa volessero gli alieni…

Volete saperne di più? È disponibile in rete la mia ultima intervista con il canale YouTube Misteri Channel Show, egregiamente gestito dall’amico Dario Sanfilippo, ecco il link.

Buona visione

Ufo e alieni: incontri fin troppo ravvicinati

16 ottobre 1957, Brasile, stato di Minas Gerais, città di São Francisco de Sales, Antonio Villas Boas, all’epoca aveva solo 23 anni ed era intento, con il suo trattore a lavorare nel campo di famiglia, all’improvviso il motore si spegne e un oggetto luminoso atterra quasi di fronte a lui. Antonio, impaurito fa per scappare, ma…
È in rete, disponibile sul canale YouTube, Frontiere Proibite, il nuovo episodio, al quale ho fatto da consulente, con brevi interventi, dal titolo: Ufo e alieni, incontri fin troppo ravvicinati. L’episodio, che dura poco più di 10 minuti, presentato dall’amico Roberto La Paglia, che ci narra di uno dei primi casi documentati di Incontri Ravvicinati del III tipo, Incontro Ravvicinato del IV tipo, noto come Abduction e, caso non unico, anche se raro, del V tipo.
Attenzione però attenti a non spaventarvi più di tanto, ma se ho stuzzicato, come spero, la vostra curiosità, questo è il link:

Buona visione

P.S.
Purtroppo per non incorrere nella censura effettuata da YouTube che recentemente ha rafforzato controlli e algoritmi i contenuti sono stati volutamente ammorbiditi.

Covid-19: Il domani tra di noi

Dopo sei articoli sui virus (più uno specifico sulla SARS), il primo pubblicato nel 2003 sulla rivista Stargate Magazine n°13 (titolo: Virus Versus), poi il secondo (Virus Versus 2: il possibile ritorno) sul sito DNA Magazine (non più presente in rete) e i restanti tutti su questo blog: il terzo Virus Versus 3: Ultimatum; il quarto: Doomsday, il quinto: World War e l’ultimo, il sesto con Countdown,  avendo esaurito quasi tutti i termini catastrofici, (manca solo Apocalipse) ho scelto, non a caso, un titolo non ad effetto, ma più significativo.
Certo avrei potuto far man bassa sui titoli di film di fantascienza, come ad esempio Virus Letale (W. Petersen, 1995) o 28 giorni dopo (D. Boyle, 2002), con la, mai citata abbastanza, frase: «La storia dell’uomo sulla Terra… l’umanità dura solo da pochi istanti, nell’arco di tempo terrestre, quindi se l’uomo scomparisse, tutto tornerebbe alla normalità». Oppure Contagion (S. Soderberg, 2011), considerato il più attendibile dal punto di vista scientifico perché lo stesso regista e lo sceneggiatore si sono avvalsi della collaborazione dei più famosi virologi per rendere la storia più credibile e plausibile(1).
Il titolo scelto, Il domani tra di noi, sebbene il film non sia di fantascienza (tit. orig. The Mountain between us), é allo stesso tempo evocativo, ma proiettato verso il futuro (il domani), inoltre dà un senso di speranza, nell’aspetto forse più importante e decisivo per la lotta alla pandemia: il tra di noi. Il film, per la regia di Hany Abu-Assad (2017), interpretato dalla titanica Kate Winslet, può essere usato come metafora per stigmatizzare il periodo che l’intera umanità sta vivendo.

un’intensa immagine dei due protagonisti di Il domani tra di noi

Dal trailer: «durante la tua esistenza, conoscerai persone che non incideranno sul corso delle cose, ma uno sconosciuto potrà cambiare la tua vita per sempre»(2).
In realtà le persone che invece hanno inciso e incidono sulla vita dei pazienti sono il personale infermieristico e dei medici -di fatti l’altro protagonista del film é un medico; ed é vero che uno sconosciuto può cambiare la vita di ognuno di noi per sempre: basta un semplice starnuto di un passante e il gioco é fatto.
Nel film i due protagonisti viaggiano su un piccolo aereo (la Winslet, copre il ruolo di una fotoreporter, professione cruciale per la diffusione delle notizie), che precipita sulle montagne del Colorado e capiscono che possono contare solo l’uno per l’altra, se vogliono salvarsi, scalare le montagne (la pandemia) e tornare alla civiltà, alla loro vita quotidiana. La tagline recita: «quando non ci sarà più speranza; non smetteranno di credere l’uno nell’altra», che é esattamente quello che siamo chiamati a fare, mai perdere la speranza nell’uno con l’altro. Di conseguenza la situazione che affrontano i due protagonisti, soli, su un territorio inospitale, fatto di montagne innevate, di freddo e natura selvaggia, rappresenta il confinamento; l’impossibilità di essere soccorsi, il distanziamento sociale, che é quasi un ossimoro, perché in realtà nasconde un ben altro significato, in quanto si dovrebbe parlare di distanziamento asociale, come detto é metafora di ciò che stiamo vivendo, e non crediate che abbiamo superato già le montagne e siamo in vista della meta.
Come dice, in un’intervista(3) il regista: «la capacità degli esseri umani, lo spirito degli esseri umani può fare molto, può (farti, nda) sopravvivere, essere in grado di amare, essere in grado di sacrificarsi, essere in grado di essere buono. Lo spirito che consente loro di diventare essere umani migliori… il rapporto tra loro e la natura, tra loro e la civiltà, quando tornano alla civiltà, cambia la loro prospettiva, su come si sentono, cosa pensano».
E allora sebbene sarebbe opportuno ripercorrere le varie fasi che hanno caratterizzato questo periodo critico, mi limiterò ad analizzare una frase, molto abusata e a volte usata a sproposito: la realtà supera sempre la fantasia. Non sono per niente d’accordo. Ecco perché: «La fantascienza non deve rassicurare, ma sconvolgere. Non deve raccontare il Paradiso che ci aspetta, ma tracciare le mappe dell’Inferno in cui viviamo»(4). Ebbene, non siamo neanche lontanamente vicini a ciò che descrive la Science Fiction.
Tutti i film (come pure i romanzi), illustrano un mondo post apocalittico, quando cioè l’uomo è giunto alla fine (o quasi), del suo percorso sulla Terra. Un mondo in cui la pandemia ha mietuto vittime in tutti i continenti e in gran numero, in altre parole: una ecatombe, con l’umanità ridotta ad un manipolo di uomini che vagano alla ricerca di cibo e un posto sicuro dove stare. Di conseguenza la potenza (leggi mortalità) di un virus a livello globale, descritto nella fantascienza, non ricalca ciò che sta succedendo, neanche con la febbre spagnola cento anni fa, ma mai abbassare la guardia, i nuovi focolai quello dicono in realtà, e quindi la situazione potrebbe peggiorare da qui a qualche mese e diventare davvero una vera pandemia.
Altrimenti perché mettere una data (l’anno), dopo il nome…
E allora dire che la fantasia, qui la fantascienza, é sempre superata dalla realtà è un errore grosso e grossolano, parafrasando almeno concettualmente, il grande scrittore Frank Herbert (autore di quell’immenso affresco FS che Dune) é soltanto una sorta di protezione del nostro cervello: «Un meccanismo protettivo che ci difende dai terrori del futuro»(5). Ma é fondamentale mettere a fuoco un altro aspetto, un particolare punto di vista che ci é utile in un contesto dove mancano elementi chiari e la verità è sempre lungi dal divenire.
«In un mondo con una forte pulsione immanentistica come quello attuale, la dimensione dell’Oltre diventa una risorsa rivoluzionaria e pericolosa per i materialismi di massa. Il cinema (come la fantascienza, nda) con la sua immediatezza, ha l’importante funzione di dare forma, ancorché semplificata, al bisogno intimo e verticale dell’uomo – oggi vietato, negato e represso – di oltrepassare la sua realtà, all’interno di un contesto di società e di pensiero che invece ci vuole totalmente immersi in una realtà orizzontale, dominata dalla dialettica servo-padrone e dalla centralità di ruolo del denaro (omissis). Solo il matto, solo l’alienato, solo l’escluso dalla rigida logica positivistica (omissis) saprà cioé guardare (omissis) e scorgervi i riflessi di una Bellezza che non è di questo mondo»(6).
Ecco che, il presidente USA D. Trump, prima snobba l’avvertimento dei servizi segreti sul reale pericolo del virus, poi accusa la Cina, infine dichiara, in pieno lockdown, che l’economia poteva ripartire anche a costo di un numero accettabile di vite umane…
Inutile affermare che se si arriva a questo c’è veramente qualcosa che non va, il virus ha messo a nudo tutte le falle del sistema: la legge del profitto a tutti i costi, é ben radicata nella cultura occidentale, perché ha radici molto profonde.
La mondializzazione, termine caro a Bill Clinton di «processi egemonici adeguati nell’ambito della società internazionale…», senza peraltro dimenticare il «peso delle nuove tecnologie… della vulnerabilità e della sicurezza… delle strategie dell’informazione, indissolubili dalle questioni spaziali», fino al controllo della natura, serve, in pratica, per avere «everything under control»(7).
Come scrissi nell’articolo Shaping The World (pubblicato sul sito Oltrenews, non più presente in rete, che é anche il titolo del paragrafo del libro di cui alle citazioni precedenti), scenari quasi da fantascienza, dove nulla può essere dato per scontato. Ma dobbiamo andare ancora un po’ indietro nel tempo: il Presidente Eisenhower con un “Executive Order” segreto (1957), ordinò di esaminare tali scenari e il gruppo di studio, la Jason Society, «elaborò tre proposte chiamate Alternativa 1, 2 e 3».
Per chi volesse sapere a cosa si riferiscono le Alternative 2 e 3, può leggere qui l’articolo, quella che ci interessa, nel contesto, che stiamo sviscerando é l’Alternativa 1: oltre all’uso di dispositivi nucleari da far esplodere nella Stratosfera, in modo che l’inquinamento potesse uscire dalle buche così create(!), ipotesi scartata per i cosiddetti danni collaterali che tale azione avrebbe prodotto. L’Alternativa prevedeva una drastica riduzione della popolazione mondiale provocando una guerra, una finta calamità naturale (come la caduta di un asteroide) o più propriamente, lo sdoganamento di un virus pandemico, questo sempre per limitare i danni e assicurare ai pochi rimasti post-calamità una decente qualità della vita!
Inoltre, «Il 24 aprile 1974, venne pubblicato, con la firma di Henry Kissinger, il “National Security Study Memorandum 200″, che venne indirizzato, tra l’altro, al presidente americano Gerald Ford, ai Ministeri della Difesa, dell’Agricoltura, al Direttore della CIA e agli amministratori della AID (Agency for International Development). Il “Memorandum” è (omissis) uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici esteri americani…»(8).
Poco prima che il virus si espandesse, il 18 ottobre 2019, a New York, il Johns Hopkins Center for Health Security” in collaborazione con il World Economic Forum” e la “Fondazione Bill & Melissa Gates” hanno ospitato l’Event 201: «una simulazione di pandemia globale (omissis) e aveva lo scopo di gestire e ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala di un’eventuale epidemia virale»(9).
La coalizione conosciuta come Big Pharma, sta lavorando alacremente per trovare una cura, ma nel film Virus Letale (citato all’inizio), i militari vogliono bombardare la cittadina da loro assediata, per preservare la loro potente arma batteriologica.
Mentre ne La città verrà distrutta all’alba (B. Eisner, 2010), remake del capolavoro di G. A. Romero (1973), dopo l’occupazione, le recinzioni, le gabbie per i positivi, il coprifuoco e le fosse comuni, la bomba cade sul piccolo centro distruggendo tutto perché… é più sicuro così!
Breaking News: proprio mentre posto l’articolo, leggo una nota dell’Agenzia Ansa, in Israele per arginare i contagi è sceso in campo l’esercito perché il Ministero della Sanità ha fallito!
Tornando all’Event 201 (nell’articolo citato alla nota 9), l’autore, così continua: «Dietro questo movimento ci sarebbe la “Moderna Inc.” una corporation nata a Cambridge nel 2010, che collabora con multinazionali del calibro di Astrazeneca e Merck, con la Fondazione Bill & Melissa Gates e con il Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency) cioè con l’Agenzia del Dipartimento della Difesa americano che si occupa di ricerche militari…». E dov’è che gli interessi americani impattano sulla crescita della popolazione mondiale se non in Cina? Il laboratorio di Wuhan, inaugurato nel 2017, ha un livello di biosicurezza BSL-4, che é il più alto, lo scopo dichiarato é quello di combattere le più serie minacce biologiche sul pianeta, quindi é perlomeno plausibile che l’nCov-2019, possa essere uscito da lí…(10).
Nel film The Constant Gardener – La Cospirazione  (F. Meirelles, 2005), lo slogan della multinazionale farmaceutica é: «the world is our clinic»; o altrimenti: una persona sana é un malato che non sa ancora di esserlo! Quindi come si può notare ci sono diverse riflessioni da fare e siccome sto trattando di Science Fiction per realizzare un post che andrà su un blog dove la fantascienza é uno dei motori trainanti, non posso esimermi dal fare riferimento alle “questioni spaziali”, precedentemente menzionate.
Nel romanzo Andromeda scritto dal grande Michael Crichton nel 1969, l’autore ipotizza che il virus provenga dallo spazio: un satellite cade nei pressi di una cittadina falciando all’istante tutta la popolazione, tranne due superstiti.
«Ma quello più terrificante relativamente a questo genere di letteratura, è quello scritto dal Global Preparedness Monitoring Board (GPMB), una commissione indipendente di quindici esperti internazionali convocata da OMS e Banca Mondiale. Secondo questi esperti, uno scenario possibile è la comparsa di un virus, di origine sconosciuta, in grado di propagarsi per tutto il mondo per via aerea, che nel giro di 36 ore potrebbe uccidere circa 80 milioni di persone (omissis). Le conseguenze di una tale catastrofe, ci raccontano gli esperti del GPMB, si sentirebbero anche in economia, con il calo del PIL globale, che porterebbe altre morti, forse a milioni»(11).

una flotta di Ufo, avvistata dalla ISS?

Ricordate la questione dei “buchi” nella Stratosfera?
Nei mesi scorsi é stata pubblicata la notizia che causa un “disturbo” nella magnetosfera, siamo stati esposti alle pericolose radiazioni spaziali. La NASA subito si è affrettata a chiarire che é tutta opera del Sole, anche se questo è nel suo periodo minimo di attività.
Un’altra teoria, forse più probabile è che tale apertura é stata creata da un “oggetto” o da una serie di “oggetti”.
Poi sembra che, in piena pandemia, oggetti volanti sono stati avvistati a flotte, come si vede dall’immagine a lato, alcuni sostengono che ci sia anche un filmato dalla Stazione Spaziale internazionale. Solo una coincidenza?(12).
Durante tutta la nostra storia, nei momenti cruciali dell’umanità spesso si sono avuti avvistamenti, il cui ricordo é stato immortalato in numerose opere d’arte, nella fattispecie, diversi quadri.
Siamo in una fase delicata della vita dell’uomo sulla Terra, e questo purtroppo non viene evidenziato abbastanza, a tutto vantaggio degli stolti che prendono sotto gamba qualsiasi avvertimento, non solo ma sarà «il ritorno alla quotidianità il vero banco di prova della propria capacità di adattamento»(13).
Tutto questo però «non fa altro che ricordare all’uomo, l’implacabilità di Madre Natura»(14), o di Gaia, per chi, come lo scrivente, crede che il pianeta Terra, sia in realtà un essere vivente. Un essere vivente a tutti gli effetti che soffre per colpa di quella balla spaziale, o se preferite di quella sporca bugia, di quella strana invenzione che la scienza chiama homo sapiens.

Note:

1.Cfr.https://www.comingsoon.it/cinema/news/contagion-perche-e-il-film-piu-accurato-scientificamente-di-tutti-quelli/n104624/
2.https://www.comingsoon.it/streaming/news/il-domani-tra-di-noi-i-dispersi-kate-winslet-e-idris-elba-in-streaming-su/n105626/
3.https://www.comingsoon.it/film/il-domani-tra-di-noi/53724/video/?vid=27777
4.Meredith Burton, in Ken Parker Magazine, pag. 4, Bonelli Editore, 1995.
5.Frank Herbert, dalla Raccolta dei detti di Muad’Dib, della Principessa Irulan, p. 299, Nord).
6.https://www.filmtv.it/playlist/715856/i-piu-bei-film-metafisici/#rfr:none
7.Jean-Michel Valantin, Hollywood, il Pentagono e Washington, Fazi Editore.
8.Summary of National Security Study Memorandum 200. Memorandum 200: il genocidio diventa politica estera americana, tratto dal libro di Franco Adessa, «ONU: gioco al massacro». In http://www.disinformazione.it/memorandum200.htm.
9.https://disinformazione.it/2020/01/26/lesercitazione-event-201-e-il-virus-cinese-uscito-da-un-laboratorio-militare/
10.idem
11.https://www.fantascienza.com/25481/wuhan-e-il-romanzo-della-pandemia-globale
12.https://www.segnidalcielo.it/incredibile-aumento-degli-avvistamenti-ufo-durante-la-pandemia/
13.https://www.mymovies.it/film/2017/themountainbetweenus/
14. idem

Credit
Immagini tratte da:
www.comingsoon.it
www.mymovies.it
www.disinformazione.it
www.segnidalcielo.it

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