Quello che state per leggere, sicuramente è stato uno dei temi più difficili da affrontare data la mia modesta preparazione culturale, anche se sono fiero di tutto ciò che ho appreso, dedicandomi, da ormai vent’anni alle cosiddette scienze di frontiera e all’esoterismo.
Mi scuseranno, quindi i puristi se inizio il testo con una citazione, questa: «Ogni verità subisce tre fasi, prima viene derisa, poi combattuta ed infine accettata». Questo famoso aforisma è di Arthur Schopenhauer (1788 – 1850), filosofo, uno dei maggiori pensatori del XIX secolo, nonché di tutta la filosofia occidentale moderna.
Perché proprio questa citazione? E’ di attualità una sorta di teoria nota come “ideologia Gender” alla quale è stata applicata la teoria nota come “Finestra di Overton” dal nome del suo ideatore Joseph P. Overton (1960 – 2003) che negli anni ’90 del secolo scorso elaborò la sua tesi secondo la quale ogni idea da nuova, per diventare desiderata deve attraversare sei fasi: impensabile, radicale, accettabile, sensato, diffuso ed infine legalizzato.
I detrattori dell’ideologia Gender hanno fatto della finestra di Overton il loro cavallo di battaglia, asserendo logicamente che alcune pratiche, specie di carattere sessuale, passando per l’omosessualità, fino alla pedofilia, in un futuro non molto lontano diventeranno delle normali pratiche accettate da tutti.
Lascio, come al solito, al lettore la libertà di approfondire sia l’ideologia Gender che la teoria di Overton.
E senza denigrare nè approvare, ciò che ne potrebbe scaturire e quello che potrà succedere a proposito dell’ingegneria sociale, cercherò di seguito di esprimere la mia modesta opinione in merito.
Come avete letto prima non occorreva scomodare Overton, quando in un certo senso Schopenhauer oltre un secolo prima con il suo aforisma aveva anticipato ciò che ora sta piano piano emergendo e, se vogliamo andare più indietro già Platone, il sommo filosofo, 400 anni prima di Cristo, nel suo dicorso “La Repubblica” accennava a qualcosa del genere.
Secondo me la crisi sociale attuale potrebbe essere semplificata con un’altra citazione: «L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi» (Oscar Wilde).
Rispettando com’è d’obbligo le idee altrui dico, ai nuovi don Chisciotte, che credono di aver scoperchiato il famoso vaso di Pandora, che per forza di cose non hanno una visione a 360°. Infatti loro il coperchio lo hanno appena sollevato tanto da permettere ad una sola serpe di uscire e quindi non hanno nessuna idea del contenuto del vaso stesso e di quella che è attualmente la vera realtà reale che ci circonda (cercherò di parlarne in seguito).
Per concludere esprimo l’ultimo quesito: secondo voi nelle scelte della vita chi decide il cuore o la mente? Se avete risposto uno dei due avete sbagliato.
La risposta è molto semplice. Ciò che ci comanda fin dal primo vagito è… l’anima.
L’anima non ha età, non ha nome, né tanto meno codice fiscale, ma soprattutto non conosce la menzogna e non riconosce nessuna legge umana, da qualunque organo provenga, anche religioso.
Quale vera “particella di Dio” essa è in questo tempo ed in questo universo per fare l’esperienza più bella che ci possa essere, quella di amare, amare incondizionatamente. Quando Dio o chi per esso, ha creato l’universo (e non solo la Terra che per molti è ancora il centro del Creato), ha seminato quest’ultimo di anime, ma come il seminatore (la parabola di Gesù esprime meglio il concetto), non si è preoccupato di vedere dove questa (l’anima-seme) cade.
E se vogliamo trovare una differenza tra Dio “Padre” e Dio “Figlio”, Gesù al contrario era un raccoglitore di anime, senza badare a chi appartenesse il corpo: gente comune, storpi, ciechi, esattori delle tasse, prostitute, ecc.
Quindi quando si avverte un disagio interiore, è un segno anche se a volte è difficile capire cosa voglia suggerire veramente l’anima. Quando una decisione viene presa forzatamente allora l’anima si sente male perché soffocata dal “buon senso”(1).
In definitiva chi è alla sommità della piramide del potere i fautori del Nuovo Ordine Mondiale sostenitori dell’ideologia Gender e di molto altro ancora, hanno paura del risveglio delle coscienze: «La Parola potrà essere diffusa oppure custodita nell’anima… fino al momento in cui sarà opportuno svelarla; il pensiero vivo non potrà mai essere rinchiuso, neanche dietro a mille cancelli»(2).
Note e fonti:
1.Cfr. V. Zeland, Lo spazio delle varianti, Macro Edizioni, 2009, pag224-5
2.http://segnidalcielo.it/il-potere-mondiale-teme-il-risveglio-delle-coscienze/
http://bronsescoverte.blogspot.it/2015/09/la-finestra-di-overton-ovvero-la.html
Wikipedia
Grazie per la collaborazione all’amica e ricercatrice Luigina Marchese
Buongiorno professore,
La ringrazio per l’autorevole commento al mio post dal titolo “Dietro mille cancelli”. Ho letto con attenzione il suo testo e la scrivo solo ora perché volevo riflettere attentamente dopo aver riletto il mio stesso post. Io penso che l’uomo dovrebbe concentrarsi su una delle “barriere” che gli sono state imposte. Mi riferisco al mito: così definito dalla scienza accademica. La mia perplessità, e non solo mia, è dovuta al fatto che “e se non fossero miti” quelli raccontati dalle antiche civiltà? Scoprendo le sue vere origini l’uomo o, per meglio dire, l’umanità prenderebbe coscienza di sé e forse molti problemi si scioglierebbero come neve al sole. Questo il mio umile pensiero che spero valga il suo consenso.
Francesco Alberoni
POSTFAZIONE
I CANCELLI DELLA MENTE
di Mimmo Leonetti
I cancelli della mente sono le barriere ,i dogmi ,i miti , i pregiudizi che noi abbiamo sempre costruito per imbrigliare il pensiero , per coartare la sua spontanea creatività e libertà. Perché questo caratterizza l ‘uomo ,la sua illimitata libertà creativa, che però lo spaventa perché è come se si trovasse sempre al centro di una tempesta di venti . E allora vuole una protezione, una muraglia sicura , un castello, una torre con cui rifugiarsi, in cui ripararsi , in cui avere delle certezze immutabili, eterne. E in questo modo , però , vi si imprigiona e non potrà più vedere i grandi spazi che lo circondano, le montagne , il mare , i cumuli di nubi e gli altri uomini nella loro diversità , ma vedrà solo le pareti che si è costruito, cioè le mura della sua prigione. Leonetti nella sua opera filosofica rapsodica interpreta in questo modo l’annuncio di Nietzsche che Dio è morto. Come Schopenauer, scrive Leonetti , Nietzsche sostiene che la vita non ha senso e che non c’è nessun dio ma, morto Dio, non bisogna più costruire nuovi idoli , cosa che invece gli uomini hanno continuato a fare : la ragione ,il progresso, la patria ,le ideologie ,i miti. Non dobbiamo aver paura del vuoto esistenziale che si determina con la morte di Dio. E’ questa la filosofia del mattino : capire che il mondo vero non è il mito , il paradiso o l’iperuranio di Platone. Dopo di che viene la filosofia del meriggio che significa dire di sì alla vita creando nuovi valori con la volontà di potenza. La filosofia del tramonto infine ci dice che non c’è progresso , ma la strada di Akrasia, la dismisura che ha il suo limite nella volontà libera e nell’accettazione della contraddizione. Ma questa consapevolezza del relativo, questo rifiuto delle muraglie deve essere stimolo per la volontà, e per l’azione , perché solo ‘l’azione’ dà la felicita .Siete voi stessi che dovete essere l’agente del vostro cambiamento , non farvi imbrigliare dai cancelli della mente che altri hanno messo sul vostro cammino e voi passivamente accettate . Non si subisce perciò l’avvenire, lo si crea, ma sarebbe sbagliato ricavare da questo messaggio filosofico un invito al disordine e alla caotica rivolta . Leonetti nelle ultime pagine rievoca la morte di Socrate , la sua fede e l’assoluta purezza del suo intento , che crea il passaggio dal mito alla ragione e la nascita dell’umanesimo . Leonetti ci mostra come valore supremo l’amicizia, ma non quella interessata e con uno scopo , ma l’amicizia di chi dona tutto se stesso , come quella di Davide e Gionata , ma anche di Abramo e il suo Dio . Il suo messaggio è perciò quello della fede illuminante, dell’esperienza elevata ,sublime , di cui non occorre aver paura e che supera i limiti dei cancelli, i divieti, le regole puramente esteriori e consente la conversione del cuore dell’uomo di cui parla Cristo. Ed è solo questa libertà, entusiasta , questo superare di slancio i cancelli della mente ciò che ci consente di trasformare il male in bene . “Non esiste male che non passi al bene” . Questo il messaggio fondamentale di Leonetti nella sua opera filosofico / poetica che ,dopo aver mostrato la prigionia dell’illusione , invita a lasciarsi travolgere dall’infinito orizzonte dell’universo con una mente nuova rinnovata e continuamente rinascente.
Alcuni dei pilastri del così detto “PENSIERO UNICO DOMINANTE” sono l’antropocentrismo, il patriarcato ed i dettami delle religioni in primis quelle monoteiste. Sotto quest’ottica becera ed ottusa ogni nuovo orizzonte di libertà intellettuale è vista come una “minaccia mortale” allo status quo di questa nostra società umana ormai decrepita e prossima al collasso funzionale totale. Caro Peppe, complimenti per il tuo articolo e relative sagge citazioni, un abbraccio, Umberto Telarico