Bello e realistico. Realistico e quindi angosciante.
Il film del regista Ric R. Vaugh con protagonisti Morena Baccarin (l’attrice star del remake della serie culto degli anni ‘80, Visitors) e Gerard Butler, qui nelle vesti anche di produttore che, dopo aver salvato il mondo in Geostorm (D. Devlin, 2017), torna in un film di fantascienza (che non è solo fantascienza), stavolta non nelle vesti di eroe che salva il mondo, ma qui soltanto se stesso, la moglie e il loro bambino.
Il cinema di Science Fiction, aggiunge un altro capitolo, al genere catastrofico (uno dei miei preferiti, come i film ambientati in regioni estreme della Terra, come i poli e in quelli molto più angusti e claustrofobici, come i sottomarini e le carceri), dove non c’è solo il rapporto tra te e la natura (intesa nella sua forma più distruttiva), ma soprattutto quando il destino ti mette in una situazione tale da far emergere tutti gli istinti primordiali, da sconfiggere senza paura insieme ai sensi di colpa mai risolti, per poi donarti completamente agli altri.
Quindi non un blockbuster come i capostipiti Armageddon (M. Bay, 1998) e Deep Impact (M. Leder, 1998), quest’ultimo molto meglio del primo, oppure 2012 (2009), del maestro riconosciuto del genere, R. Emmerich, del quale si attende il film Moonfall.
E se tutte queste opere sono legate dall’uso sempre più sofisticato degli effetti speciali, ormai imprescindibili per produzioni di un certo livello, non lo è appunto  quando sei costretto a guardare dentro te stesso e vedere il tutto in soggettiva, come se fossi tu stesso il protagonista.
I notiziari di tutto il mondo annunciano che tra poche ore sarà visibile una cometa, Clarke, forse un omaggio al grande Arthur C., padre di 2001, a sottendere l’Odissea, la “stella punitrice” che nell’Apocalisse, si chiama Assenzio (dal film) e che la stessa NASA, la definisce come «comparsa dal nulla» (il nulla non esiste e niente può comparire da esso, nda), e che forse arriva da un altro sistema solare (…). E tu, cosa faresti, se mentre ti stai recando a casa con le vettovaglie per il barbecue, da consumare con gli amici, alzi la testa e vedresti,  il cielo pieno di aerei che vanno tutti in una sola direzione, e sullo sfondo la minacciosa cometa? Il primo dei frammenti che a centinaia l’oggetto si porta dietro sta per cadere, nell’oceano, in diretta televisiva.
«Nessun pericolo» sottolineano gli speakers, ma questo come sa bene chi è avvezzo ai disaster movies di cui sopra: «è il momento di scappare» (appunto come in 2012).
Di fatti, terminato il countdown, non c’è nessun impatto nell’oceano, la pietosa bugia del governo, che sapeva, con la copertura dei mass media, è subito rivelata e il frammento di cometa cade invece sul suolo americano (Florida), investendo tutto in un raggio di 2000 km arrivando fino alla casa dei protagonisti.  Cosa faresti, tra l’imbarazzo totale, quando ti arriva sul telefonino un “Presidential Alert” con la meccanica voce, resa ancor più agghiacciante da una eco particolare, ti avverte che per ordine del Department of Homeland Security, tu, tua moglie e tuo figlio, siete stati selezionati per il trasporto in un rifugio segreto: praticamente tre biglietti per il paradiso, mentre intorno a te sta per scatenarsi l’infermo? Lasceresti i tuoi amici con un palmo di naso? E mentre stai partendo, davanti all’auto si parerebbe la tua vicina di casa che ti supplica di portare almeno sua figlia, amica di tuo figlio, riusciresti a scansarla e ripartire a tutta velocità? Avresti la lucidità di prendere il minimo indispensabile soprattutto le medicine per tuo figlio diabetico? E di fatti i farmaci salvavita, per una distrazione rimangono in macchina e tu sei costretto a tornare indietro e lasciare soli tua moglie e tuo figlio, il quale, viene scartato perché giudicato non idoneo in quanto malato cronico. Non impazziresti se tornato indietro non li troveresti più? Mentre la violenza inizia a dilagare dappertutto.

«Il cielo va a fuoco!»

E cosa faresti se finiresti dietro un cassone di un camion e i tuoi estranei, e per questo, minacciosi compagni di viaggio, scoprissero il braccialetto che indica la possibilità di salvezza, saresti in grado di uccidere perché speri e vuoi con tutte le tue forze riunirti con la tua famiglia, anche se «il cielo va a fuoco» e quella che vedi sai che è l’ultima alba prima del tramonto del genere umano?
A volte, basta una semplice telefonata solo per dire: dove sei? Ma purtroppo la tecnologia non funziona e, sicuro, non può salvarti la vita: almeno ti verrebbe risparmiato di vedere tua moglie che viene a forza trascinata fuori dall’auto che l’aveva umanamente accolta insieme a tuo figlio, ma che si rivela subito uno sbaglio: picchiata e abbandonata sul ciglio della strada con l’auto che si allontana, ma dentro c’è ancora tuo figlio: adesso siete tutti e tre divisi. Comincia una nuova guerra, non la guerra dei mondi contro una bellicosa civiltà aliena, che sarebbe già come un pugno nello stomaco, ma contro un nemico ancora più subdolo, il tempo; riunire la tua famiglia e sperare di farcela a prendere l’aereo che ti porterebbe alla salvezza, a Greenland: la Groenlandia (che Trump voleva comprare), in tempo per evitare il pezzo forte, il macigno che sta precipitando dal cielo, più grosso di quello che ha distrutto i dinosauri, in grado di provocare un’altra estinzione di massa, con il 75% delle specie viventi, animali e vegetali, spazzate via dalla faccia della Terra.
Il film, che nel finale ricorda troppo da vicino il già citato 2012, si conclude con un tutt’altro che velato parallelismo con le questioni geopolitiche attuali: dell’Europa non resterebbe che un immenso cratere e anche se gli Stati Uniti hanno avuto la loro parte di disastri e vittime, è da loro che riparte l’ennesimo messaggio di speranza, a dimostrazione che l’umanità o almeno, quello che ne resta, è sopravvissuta.

Fonti:
https://www.fantascienza.com/25700/greenland-gerald-butler-contro-gli-asteroidi
https://www.fantascienza.com/26220/greenland-debutta-oggi-gerald-butler-contro-l-asteroide-dell-apocalisse
https://www.comingsoon.it/film/greenland/58830/recensione/
https://www.mymovies.it/film/2020/greenland/

credit:
immagini tratte da: https://www.universalmovies.it/poster-greenland-film-gerard-butler/

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Comment (1)

  1. Che dire…quando una recensione si sviluppa in maniera così avvincente, profonda e colma di richezza di riferimenti e particolari, commentare diventa difficile, anche perchè si tratterebbe di aggiungere una pennellata ad un capolavoro già finito. Questo scenario si ripete spesso con l’amico Giuseppe, uno scenario che denota già da solo la validità dei post che si trovano in queste pagine. Il film di certo riscuote tutto il mio interesse (anche io amo questo genere di cinema) ma, allo stesso tempo, mi fa riflettere su quanto siano fragili le basi sulle quali è stato costruito il nostro presente, quelle stesse basi che dovrebbero reggere il nostro futuro. Tutto alla fine, prima o poi, si scontra con la fragilità dell’essere umano e di un sistema che, all’apparenza forte e inattaccabile, cade a pezzi al minimo imprevisto. Siamo fragili e indifesi, da troppo tempo nascosti dietro quell’insano pensiero che niente ci possa accadere, che va tutto bene, che possiamo sfruttare a piene mani questo pianeta, che scienza e tecnologia siano un impenetrabile sistema di sicurezza; eppure…basta un imprevisto e tutto si ferma, noi compresi, ormai incapaci di reagire senza l’ausilio di un congegno elettronico, di un satellite per le comunicazioni, tutti colti di sorpresa nello scoprire che il progresso non ci aiutava ad agire ma agiva per conto nostro rendendoci passivi. Grazie Giuseppe, come sempre attento, perspicace e lungimirante.

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