E’ stato un successo l’esperimento eseguito al CERN di Ginevra all’interno dell’LHC «la più grande macchina costruita dall’uomo», dove fasci di protoni sono stati sparati, nell’anello lungo 27 km, ad una velocità prossima a quella della luce, il tutto, come già detto, anche in questo blog, per cercare di ricreare le condizioni, ipoteticamente verificatesi nel Big Bang che ha dato origine al nostro universo e, in particolare, scovare il bosone di Higgs, più comunemente noto come “particella di Dio”.
Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare in quanto alcuni scienziati, anche di un certo rilievo, avevano cercato di far annullare l’esperimento perché si temeva che dalla collisione dei protoni potevano formarsi microscopici buchi neri, uno dei quali avrebbe potuto, ingrandendosi, inghiottire l’intero pianeta.
Anche se gli stessi scienziati, responsabili dell’esperimento avevano affermato che l’ipotesi non era da scartare, hanno comunque osteggiato una tale sicurezza, ridicolizzando i loro colleghi scettici, che è sembrato per certi versi quasi un delirio di onnipotenza, senza tenere presente che «molto probabilmente sono entrate in gioco leggi fisiche molto diverse da quelle note oggi» (ansa.it).
In pratica, è solo un mio modesto parere, la frase che andrebbe detta da uno scienziato alla fine di ogni suo discorso, specie quando ci si affaccia per la prima volta verso orizzonti inesplorati è “… secondo le nostre attuali conoscenze”, in quanto quello che non sappiamo, sull’universo che ci circonda, è ancora una grossa percentuale.
Ma, come detto, sembra che molti scienziati, siano narcotizzati dalla sete di conoscenza o peggio, così come ha commentato Ludovica, 9 anni, «ma che vogliono dimostrare che Dio non esiste?».
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Non è la trama di “2012” il prossimo super apocalittico film di R. Emmerich, tra l’altro già autore di “Independence Day” e di “L’Alba del giorno dopo”, ma la notizia apparsa nei giorni scorsi sul sito de “Il Secolo XIX” ha davvero dell’incredibile. Leggendo il testo, a firma di Claudio Guidi dal titolo “Il mondo finirà a settembre” (http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/notizia.php?IDNotizia=593676&IDCategoria=134) pare che il nostro già malandato pianeta abbia i giorni contati e che, parafrasando uno dei titoli sopraccitati, siamo quasi alla sera del giorno prima.
Gli scienziati di uno dei più famosi istituti di ricerca, il CERN di Ginevra, stanno per compiere nei prossimi giorni, un esperimento importante, delicato e forse dall’esito che potrebbe rivelarsi inatteso o imprevedibile tanto da preoccupare alcuni loro colleghi della comunità internazionale. Nel gigantesco anello con una circonferenza di 27 km, situato a 60 m di profondità sotto l’aeroporto di Ginevra, gli scienziati responsabili dell’esperimento si apprestano a far collidere all’interno dell’LHC (Large Hadron Collider) e ad una velocità prossima a quella della luce (che, per chi non lo sapesse viaggia a circa 300 mila km al secondo), «pacchetti di protoni» con altri protoni situati lungo il percorso.
Tutto questo per ricreare, e quindi per cercare di analizzare quanto, secondo la teoria oggi più accreditata, successe 13,7 miliardi di anni fa quando l’esplosione denominata BIG BANG creò il nostro universo. In passato esperimenti più o meno simili, oltre a svariate simulazioni al computer, sono stati effettuati, ma forse gli scienziati non si sono accontentati e allora hanno deciso, ora, di realizzare (quindi non più simulare) l’esperimento. Tutti si augurano la riuscita dello stesso, ma cosa dicono i “contro” e che cosa potrebbe succedere? Come si legge nel testo, secondo Otto Rössler, scienziato di Tubinga, durante l’esperimento «potrebbero formarsi dei buchi neri, che con un effetto a palla di neve potrebbero estendersi ed inghiottire entro pochi mesi l’intero pianeta»(!).
L’effetto mediatico è cominciato e sui siti internet come in tutta la Germania «non si parla d’altro, molta gente sembra già in preda al panico», ma da Ginevra sono immediatamente arrivate le smentite anche se gli scienziati «ammettono che non si può escludere la possibilità della loro formazione» (dei buchi neri, nda). Inoltre secondo Siegfried Bethke, direttore del Max Planck Institut di Monaco di Baviera, i buchi neri sarebbero «così minuscoli da non riuscire a sviluppare alcuna forza di attrazione» e che scomparirebbero «in una frazione di secondo». Pronta la contro risposta di Rössler che si pone la classica, provocatoria e preoccupante, domanda: e se uno di questi non si dissolvesse? «Quanto ci vorrà fino a che questo piccolo buco nero sarà cresciuto abbastanza per mangiarsi il mondo intero?». Personalmente penso che come minimo dovrebbero essere prese tutte le precauzioni del caso per prevenire situazioni più gravi e inquietanti.
Ma si sa il progresso deve avanzare, la sete di conoscenza dell’uomo non può essere fermata quindi tutto questo potrebbe essere semplicemente il normale corso e ricorso della storia. A cosa mi riferisco? Se l’esperimento del CERN, porterà alla conferma delle nere previsioni di Rössler, la fine dell’umanità e del nostro pianeta sarebbe inevitabile e noi, come descritto in diverse ipotesi, non solo di fantascienza, saremmo stati distrutti dai noi stessi e dalla nostra ambizione e presunzione. È quello che, secondo molti studiosi, successe centinaia di migliaia di anni fa, alla mitica civiltà di Atlantide distrutta, forse, dall’enorme energia che si erano trovati a manipolare: il cataclisma planetario che potrebbe seguire all’esperimento di Ginevra, avvicinerebbe però, solo di poco, l’ormai fatidico 2012, che secondo un’ormai famosa profezia Maya segnerà la fine di questa ciclo, probabilmente non catastrofica, ma che sarà l’inizio di una nuova era.