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Agenda 2030: Obiettivo Mondo

Nel settembre 2015 i governi dei 193 Paesi membri dellONU, hanno sottoscritto “L’agenda 2030” che contiene 17 Obiettivi Principali per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs).
L’avvio ufficiale è dell’anno dopo, l’agenda si pone l’obiettivo comune di guidare il mondo sul sentiero da percorrere nei prossimi 15 anni. I 17 punti per lo sviluppo della sostenibilità elencati nellAgenda 2030 sono, tra gli altri: listruzione, lenergia, la disoccupazione, linclusione, la povertà, il bullismo, la salute e l’istruzione. Gli intenti sembrano quanto di meglio è possibile fare per portare il nostro martoriato pianeta sulla strada della sostenibilità. «Lo sviluppo sostenibile è definito come uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. Per raggiungere uno sviluppo sostenibile è importante armonizzare tre elementi fondamentali: la crescita economica, linclusione sociale e la tutela dellambiente»(1).
Tre temi che, oltre chiaramente a ispirare l’Agenda 2030, sono da sempre sotto il focus degli autori (scrittori e registi) del genere fantascientifico. No, non è la classica iperbole. Da qualche giorno, gira sulle reti Rai, un alert, un promo, in linea con le tematiche, gli argomenti e le finalità dell’Agenda ONU: Obiettivo Mondo.
Nel breve trailer, scorrono le immagini di alcuni capolavori della Science Fiction cinematografica: da After Earth (M. Night Shyamalan, 2013): «Ho sentito raccontare della Terra, un paradiso prima che lo distruggessero»; Blade Runner 2049 (D. Villenueve, 2017), con la sua spettacolare fotografia, il vero marchio di fabbrica del film, l’attore è immerso in un paesaggio spoglio virato in “arancio rafforzato” ad indicare, fuoco, fiamme, calore e sudore; Snowpiercer, thriller apocalittico di Bong Yoon-ho (2013): «Dobbiamo riuscire a mantenere lequilibrio, aria, acqua scorte di cibo, popolazione» e «Questo pianeta è lunica casa che potrete mai avere» (Seven Sisters, di T. Wirkola, 2017). Con la voce narrante che prima ammonisce: «Il nostro futuro sembra segnato», poi spera: «Ma possiamo ancora cambiarlo».
Da questo mercoledì (10/3) la Rai, con i suoi canali: Rai Movie, Rai 4 e Rai Premium (riuniti nel marchio Rai Gold), presenta «una serie di film e documentari in prima visione, ispirata alle tematiche dellagenda 2030, per la salvaguardia del nostro pianeta».
Cosa aggiungere ancora? Penso che lo sforzo della rete nazionale dovrebbe essere quanto meno premiato con la visione, ma stavolta non come si guarda un film di fantascienza, che per molti, è ancora sinonimo di evasione. Il momento storico che stiamo vivendo, offre diversi spunti di riflessione e questo ne è un valido esempio, argomenti come il cambiamento climatico, sostenibilità, vita sulla Terra (altro documentario interessante sarà Vita dallo spazio e asteroidi), disuguaglianze, acqua pulita e fame nel mondo, sono sempre più incalzanti e cruciali per Prepararsi al futuro -uno dei documentari a firma di Piero Angela, e per impedire un futuro fosco, in prima visione ci sarà il documentario Two degrees – The point of no return, per proteggere la vita sulla Terra. Siamo molto, molto vicini, mancano solo due gradi…

Il Cibo dell’Apocalisse

Dopo aver letto uno studio molto autorevole dal titolo: Il cibo dell’Apocalisse: narrati gastronomici e modelli d’umanità, redatto dall’esimio prof. Fontefrancesco, dell’Università di Scienze Gastronomiche (Bra, CN), gli ho spedito le mie impressioni ed opinioni. Il professore mi ha fatto cosa molto gradita rispondendo; non credevo che, visti i suoi impegni, non solo avrebbe risposto, ma che lo avrebbe fatto in così poco tempo.
Quindi dopo aver avuto il suo consenso, dopo il testo della mia mail, pubblico di seguito, la sua risposta.

Egregio prof. Fontefrancesco,

Sono un appassionato di cinema, in particolare di cinema di fantascienza, di conseguenza ho molto apprezzato il breve saggio di cui in oggetto. Condivido in pieno la sua analisi che sicuramente è il normale (per lei) sviluppo del proprio lavoro di studio (io non sono laureato). I film da lei citati nel testo in oggetto, logicamente riflettono il preciso intento che lei si era prefissato, ma credo che l’elenco sarebbe potuto essere integrato, ma non so se lei ha dovuto ridurne la lunghezza, con il film 2022: I sopravvissuti.
Il film è del 1973, per la regia di R. Fleisher, con protagonista C. Heston, che in quegli anni si prestò diverse volte ad interpretare film di Science Fiction. Personalmente lo considero uno dei migliori film di SF, di sempre. Il film, che è tratto dal racconto di H. Harrison Largo! Largo!, sposa in pieno le teorie malthusiane, ma soprattutto il far fronte alla carenza di cibo, di un’umanità regredita, sovrappopolata e dalle atmosfere a forte tinte fosche. Il sistema, quasi orwelliano nutre la popolazione con delle gallette energetiche di tre colori, in base al loro apporto nutritivo: giallo (basso), arancio (?, medio) e verde, le più energetiche, chiamate Soylent Green che è anche il titolo originale della pellicola. Le gallette, come il sistema faceva credere alla popolazione mondiale erano ottenute dal Plancton Marino, senza far trapelare il fatto che questo si era da tempo esaurito. Quindi come venivano prodotte le gallette? La risposta è facilmente intuibile, il sistema marcio, prendeva i classici due piccioni con una fava: da un lato nutriva la popolazione, ma dall’altro smaltiva i cadaveri… Si parla di fantascienza, ma l’ipotesi non è tanto peregrina visto quello che ci fanno mangiare (soprattutto la generazione che ha vissuto Chernobyl) e, non è detto, che si possa veramente verificare in futuro. Se vogliamo il cosiddetto morbo della “Mucca Pazza” è venuto fuori perchè alle mucche davano da mangiare altre… mucche!

Grazie per l’attenzione, cordiali saluti
Giuseppe

Buonasera Giuseppe,

la ringrazio per l’email e della sua segnalazione e riflessione.
Largo! Largo! l’ho letto qualche anno fa nella sua ripubblicazione nella collezione Urania. Ne ho ben presente tinte e tematiche che sicuramente anticipano le retoriche e gli immaginari del presente. Il fumetto Snowpiercer è di poco successivo, in effetti, segno di una storia culturale di più lungo periodo che ci porta dagli orizzonti apocalittici degli anni caldi della guerra fredda al presente.
Purtroppo i saggi hanno una lunghezza più o meno standard, per cui ci si deve focalizzare su alcuni elementi. Il mio tentativo è stato di focalizzarmi sul recente passato guardando solo all’ultimo capitolo di una storia che, concordo con lei, sarebbe da estendere tratteggiando un secolo di immaginari gastro-apocalittici che dalla fine dell’ottocento (Time Machine) ci porta al presente. 

Ancora grazie,
Michele

Michele F. Fontefrancesco, Ph.D, AFHEA

Assistant Professor of Anthropology
University of Gastronomic Sciences,
Via Amedeo di Savoia, 8, Fraz. Pollenzo
12042 Bra (Cn) – Italy

Honorary Research Fellow
Durham University
Department of Anthropology
Dawson Building,
South Road,
Durham, DH1 3LE

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