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Il Global Warning e il Rispetto per il creato 2P.

Seconda e ultima Parte

Rifiutando di riconoscerci come creature limitate, abbiamo invece preteso di sostituirci a Dio e distruggere pian piano l’armonia con il Creatore, l’umanità e tutto il Creato (Laudato si’, Cfr. pag. 52).
Il nostro quindi è un «antropocentrismo deviato» (pag. 55).
Infatti più avanti il Papa afferma che:«… L’essere umano tenderà sempre a voler imporre alla realtà le proprie leggi e i propri interessi» (pag.60). E non «come una realtà illuminata dall’amor che ci convoca ad una comunione universale» (idem).
Il Vescovo di Roma non tralascia neppure l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro DNA perché questi danno un potere ancora più immenso su tutto il genere umano … sebbene tale potere risiede in una piccola parte dell’umanità (Cfr. pag.81).
Più avanti il Santo Padre così si esprime: «Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse (Tutto è uno, nda), e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale» (pag. 88). Date quindi le condizioni attuali del mondo, l’umanità non confida in un futuro migliore e più felice (Cfr. pag. 89).
Infatti «non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali» (pag. 93). E difatti: «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (pag. 108).
L’inizio del paragrafo 144 a pag. 112, non ammette repliche: «la visione consumistica dell’essere umano, favorita dagli ingranaggi dell’attuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire l’immensa varietà, che è un tesoro dell’umanità». Un altro colpo servito caldamente a tutti quelli che hanno fatto del concetto “global a tutti i costi” la loro sola e unica ragione di vita.
Più avanti nel capitolo 146 a pag. 114, il Papa menziona gli aborigeni australiani e il loro modello di vita che li rendono per il momento gli unici e soli interlocutori tra l’uomo e la natura concepita da sempre come un dono di Dio.
La Terra ci è stata donata e appartiene anche alle generazioni che verranno. Ecco quindi una frase che sicuramente ha fatto saltare parecchi dalla sedia: «Le previsioni catastrofiche (di molti studiosi controcorrente, nda) ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia» (pag. 124).
Il capitolo V inizia con un’esortazione, sulla necessità di un repentino ed immediato cambio di rotta da parte dell’umanità per far sì che essa stessa possa uscire dalla spirale di autodistruzione nella quale ci stiamo avviando.
A pag. 135 c’è però una frase che lascia trasparire un concetto a noi teorici della cospirazione molto caro: «per il governo dell’economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell’ambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale (il NWO!, nda)». E tutto questo come si legge erano anche le opinioni di San Giovanni XXIII e più attualmente di Benedetto XVI.
Inoltre la crisi finanziaria del 2007-2008, il conseguente salvataggio delle banche a discapito della popolazione non ha portato ad una reazione di rivedere i criteri obsoleti che attualmente comandano il mondo (Cfr. pag. 144).
Quindi «affinchè sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale» (pag.148), esigendo «più responsabilità verso il bene comune da parte di chi detiene il potere» (pag. 150).
Nel dialogo tra le religioni e la scienza (pag.152) non si pretende che questa spieghi completamente la vita, perchè questo porterebbe ad un superamento del suo limitato confine metodologico.
«Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali…» (pagg. 156-7).
Purtroppo però l’umanità non ha sviluppato ancora una coscienza universale in grado di sovvertire l’attuale paradigma. Occorre quindi una «conversione ecologica» anche e soprattutto degli stessi fedeli dediti solo alla preghiera che «con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente» (pag. 165) e «finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale» (pag. 166).
Nel capitolo Gioia e pace Papa Francesco «incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo» (pag. 168), uno stile di vita quindi più spirituale.
Infine un po’ candidamente, ma con stile poetico, il Vicario di Cristo sogna un mondo che possa portarci «ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo» (pag.172) (è evidente che S.S. non è a conoscenza del fenomeno delle scie chimiche, nda).
Perché c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero, la grandezza di una montagna, le valli solitarie quiete, amene fresche, ricche di dolci acque, affinchè nell’universo potremo incontrare innumerevoli relazioni per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature del Creato…

Fonti:
Lettera Enciclica “Laudato Si’” Del Santo Padre Francesco sulla Cura della Casa Comune, Tipografia Vaticana.

Photo credit:
Foto ed elaborazione di giuseppe nardoianni

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