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Virus Versus 4: Doomsday

Eh sì, siamo già al quarto capitolo sui virus.
Il primo articolo dal titolo Virus Versus (per quei pochi che non lo sapessero versus in latino significa contro), mi fu pubblicato sulla rivista Stargate Magazine n° 13 (settembre 2003).
Il secondo, dal titolo Virus Versus 2: il (probabile) ritorno, mi fu pubblicato sulla rivista telematica DNA Magazine (2005), ormai non più presente in rete. Il terzo, invece lo potete leggere proprio su questo blog (Virus Versus 3: Ultimatum).

Certo avrei potuto inserire nel titolo il termine Apocalypse, anche in riferimento alla saga cinematografica Resident Evil e non usare il termine DoomsDay che letteralmente significa giorno del giudizio universale, anch’esso tra l’altro titolo di un film (2008).
L’argomento pandemia è uno dei miei preferiti, al cinema, s’intende, i titoli si sprecano: da L’esercito delle 12 scimmie (T. Gilliam, 1996) dal quale, anche al costo di ripetermi, mi piace spesso estrapolarne la citazione: «È stato ieri, che la follia di oggi, ci ha preparato al silenzioso trionfo, della disperazione di domani», a Virus Letale (W. Petersen, 1995) con un cast stellare di cui faceva parte anche l’istrionico Donald Sutherland alle prese, in un’altra pellicola, anche con pandemie difficili da combattere perché l’elemento scatenante arrivava dallo spazio. Idea non tanto peregrina poiché alcuni anni fa, il professore inglese Chandra Wickrmasinghe, all’epoca del Cardiff Center for Astrobiology, affermò che alcuni virus sono proprio così difficili da combattere perché appunto la loro origine potrebbe essere non terrestre.
Purtroppo però in questo testo, i concetti base non appartengono né alla fantascienza, né tantomeno alla fantascienza al cinema, ma alla nuda e cruda realtà.
Ormai la parola Ebola è entrata in tutte le case (si spera entri solo così), grazie ai media ufficiali che stanno riportando le drammatiche notizie che arrivano soprattutto dall’Africa.
Ma come stanno le cose?
L’epidemia di Ebola, la tremenda febbre emorragica, è ormai «fuori controllo» ed è «una potenziale minaccia alla sicurezza globale»; a parlare non è il solito scienziato pazzo di uno dei film sopra elencati (nel film di Gilliam è proprio uno scienziato che diffonde intenzionalmente il virus), ma Barak Obama. Nell’articolo del Corriere della Sera si legge inoltre che «le persone ormai muoiono in mezzo alla strada» (non sembra la scena di un film?), e che, speriamo non sia troppo tardi, ma «il mondo ha la responsabilità di agire». Gli Stati Uniti hanno però già un piano (quelli si sà non vanno nemmeno al gabinetto senza averne uno… o erano i russi, non ricordo): 500 milioni di dollari stanziati, ai quali si aggiungono i 175 già spesi e 3000 militari pronti a partire per l’Africa occidentale.
In un articolo Ansa dal titolo Ebola, Obama: “Epidemia fuori controllo”, l’Onu avverte che, secondo stime ufficiali, i casi di Ebola potrebbero salire fino a 20.000 entro la fine di quest’anno, mentre per la Banca Mondiale «l’impatto economico dell’Ebola su Sierra Leone, Guinea e Liberia potrebbe essere catastrofico».
Continuando si legge inoltre che l’Ebola «potrebbe devastare il Continente. Una preoccupazione condivisa dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, secondo il quale Ebola non è solo una crisi sanitaria: ha gravi conseguenze economiche, umanitarie e sociali che potrebbero diffondersi ben oltre i Paesi colpiti».
Quindi, fortemente a rischio non sono solo i Paesi oggi colpiti ma anche quelli limitrofi e addirittura tutto il Continente Africano. Ma l’Africa non è così isolata come un tempo (e non è che sia coperta da una cupola invisibile) e se il virus varcasse i suoi confini e arrivasse a contagiare altre zone continentali come l’Europa? Sarebbe possibile?
Certo, secondo me, 100 anni fa la pandemia conosciuta come “febbre spagnola” si fermò anche perché i mezzi di trasporto, i traffici, non erano così estesi e frequenti come oggi. Ed ecco perché a Londra, a fine luglio scorso, è stato indetto un Congresso dal nome quanto mai inquietante: il Cobra Meeting, presieduto da Philip Hammond, il nuovo Ministro degli Esteri del Regno Unito. Nel Congresso è risultato chiaro che ormai la Gran Bretagna si trova di fronte ad una «minaccia… che potrebbe arrivare a Londra grazie a quelle decine di voli quotidiani» che arrivano proprio da quell’area, in particolare dalla Liberia e dalla Nigeria (fonte).
Uno scenario da paura e se in tutto questo inseriamo concetti cari ai complottisti, e le notizie non dette in tv, attingendo dai siti d’informazione alternativa, la situazione diventa ancora più allarmante.
In un articolo del New York Times, che conferma la denuncia del sito web voxnews.info, si legge che è possibile che il virus Ebola stia mutando e potrebbe diventare addirittura trasmissibile attraverso l’aria (tecnicamente il virus diventerebbe aerobico), cioè non più trasmissibile solo attraverso lo scambio di fluidi corporei, ma semplicemente con uno starnuto (fonte).
Se da un lato ci si prodiga per trovare quantomeno un rimedio, un vaccino per arrestare il virus prima che si trasformi in una vera pandemia e grazie all’OMS forse siamo vicini (il farmaco sperimentale antivirale denominato Zmapp sembra abbia riscontrato risultati positivi negli Stati Uniti), dall’altro lato come sempre la cosa suggerisce forti sospetti. Infatti sembra che esista un «intricato legame tra il Pentagono e alcune evoluzioni medicinali avvenute tra i giganti farmaceutici come Mapp Biopharmaceutica o l’azienda canadese Tekmira Pharmaceuticals, che lavorano per brevettare la pillola magica contro Ebola, siamo ben lontani dall’essere filantropi umanitari, questi potrebbero monopolizzare un mercato multimilionario e, nel peggiore dei casi, sviluppare un’arma biologica letale» (fonte).
E quella dell’arma biologica letale, cioè di un virus creato, sviluppato e raffinato dai militari (a Fort Detrick?), per imporre in aree prestabilite il loro egemonico controllo, potrebbe essere la causa dell’abbattimento dell’aereo in Ucraina sul quale viaggiava Glenn Thomas, esperto del virus, eliminato proprio perché intenzionato a rivelare i veri retroscena (fonte), vista la crisi globale non è certo un’idea campata in aria: un modo come un altro per risolvere la situazione.
Forse non ci dobbiamo preoccupare solo di eventi estremi, legati al clima, ai terremoti, fenomeni globali, come un impatto meteorico, oppure brillamenti solari, forse l’estinzione di una gran parte dell’umanità potrebbe avvenire per colpa (ma con una forte spinta umana), di uno degli esseri più piccoli che un Dio beffardo, seppur «nella sua infinita saggezza» ha messo su questa Terra.

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